Con l’8 dicembre in Italia si è aperto definitivamente il periodo di avvicinamento al Natale, nelle case di quasi tutto il Paese si è addobbato l’albero e il presepe, nelle città si sono accese le luminarie e nelle piazze si sono aperti i mercatini natalizi. Da Bassano del Grappa a Vicenza, da Roma a Merano, ogni fine settimana, spettacoli di buskers, musicisti e giocolieri animano le vie cittadine, regalando momenti di magia per tutte le età e i visitatori saranno cullati da melodie festive che risuoneranno in tutte le città.
Natale è tempo di allegria, tenerezza, attesa, ma anche di tristezza, nostalgia, rabbia, vergogna, delusione, emozioni contrastanti racchiuse in unica festa: il Natale.
Perché? Perché il Natale dà vita a emozioni tanto diverse?
Il Natale parla di relazioni, di famiglia, di legami; parla di origini, di radici; parla di intimità, di passato. È come una musica che ogni anno fa vibrare le corde dei nostri ricordi e pensieri più intimi.
Il Natale, porta sul palcoscenico scene di vita: la nostra vita, i nostri traguardi, ma anche i nostri rimpianti e fallimenti… Si fa cupo, senza colore, soprattutto per chi ha vissuto un lutto come la morte di una persona cara o la fine di una relazione d’amore, per chi combatte con la sofferenza di una malattia, per chi ha perso la speranza che le cose possano cambiare, per chi ha avuto una brutta notizia o ha il cuore turbato, per chi sente la tristezza più forte della gioia.
Il giorno di Natale, o la vigilia, dove sarai?
In una chiesa o nei luoghi del tuo passato?
E con chi? Sarai insieme a qualcuno oppure da solo?
Lo sarai per scelta oppure perché non avrai alternative?
Ti sentirai comodo oppure a disagio?
Ci sarà una sedia vuota alla tua tavola o tutto sarà impeccabile?
Sarai felice e realizzato o arrabbiato e insoddisfatto?
Il Natale ci aspetta, una volta all’anno, per scoprire parti del nostro animo e della nostra storia, sollecita pensieri ed emozioni. È come se tu avessi dentro una piccola candela… che a Natale puntualmente si illumina e ti interroga.
Non a caso, come ci ricorda lo psicoanalista C.G. Jung l’albero di Natale oltre ad essere il simbolo delle festività natalizie, è simbolo del processo di individuazione, ovvero quel processo di crescita personale che porta ciascuno di noi a diventare una persona indipendente; simbolo di trasformazione e di auto realizzazione, “usanza che nutre l’anima, nutre l’uomo interiore”.
Natale, quindi, non è solo una festa da passare insieme, ma anche un momento che rappresenta un cambiamento “dentro” l’individuo stesso, da vivere in rapporto con se stessi.
Il Natale non è una festività in cui dobbiamo essere felici a tutti i costi. È un periodo in cui possiamo capirci, prenderci cura di noi stessi e trovare il modo migliore per adattarci alle varie situazioni che si presenteranno.
P.S. E la festa religiosa? Se c’è ancora ne scriveremo in futuro.