(Adnkronos) – Si è svolta a Roma l’Assemblea Pubblica ANFIA 2024, intitolata “Ritrovare la strada. Insieme per affrontare la transizione”. L’evento ha riunito Associati, imprenditori del settore, rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee e stakeholder. La sintesi dei lavori è stata che occorre lavorare immediatamente su due piani ben distinti e tra loro interdipendenti: quello europeo e quello più specificamente nazionale. Riguado il versante europeo è stato ribadito il pieno supporto al non-paper predisposto dal governo italiano e ceco per ridisegnare in maniera efficace e credibile il percorso di transizione che porterà alla decarbonizzazione dei vettori energetici per i veicoli al 2035.
Per quanto riguarda il nostro Paese, a partire dall’analisi dello studio automotive sono state individuate alcune misure da implementare in maniera immediata a favore delle aziende della filiera, in particolare circa la riduzione del costo dell’energia per le imprese, un credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione e misure specifiche di sostegno al settore dei veicoli commerciali leggeri, che, nel nostro Paese, hanno un peso produttivo rilevante. Infine, bisogna urgentemente prevedere degli ammortizzatorisociali straordinari per i prossimi 3 anni, perché, con la scadenza degli attuali, sonomolte le aziende che rischiano di non aver alternative ai licenziamenti. “Proporre soluzioni per il nostro settore, sia a livello europeo che italiano, significa avere ben presenti le complessità degli scenari relativi al mercato, alla produzione, alla crescita impetuosa dell’Asia nel nostro settore e della regolamentazione europea" ha dichiarato Roberto Vavassori, Presidente ANFIA. "L’inestricabile dipendenza tra costruttori di veicoli e filiera dei componentisti impone di studiare soluzioni industriali nella chiave della competitività da ritrovare, in una cornice di aiuto fattivo e tempestivo a livello europeo secondo le linee indicate dal non-paper proposto in Europa dal nostro governo e da quello ceco. Scelte sbagliate o intempestive o, ancor peggio, il rifiuto ideologico di ammettere che decisioni prese nel 2018 non stanno oggi conseguendo i risultati attesi, condannerebbero l’intero settore automotive europeo all’estinzione, vittima a livello mondiale con l’impossibilità di esportazione e a livello continentale con l’arrembante crescita dell’industria veicolistica cinese.
"Per quanto riguarda il nostro Paese, ancora più complessa la situazione, continua Vavassori, che vede la presenza di un unico Costruttore di volume che deve ‘riappassionarsi’ in maniera razionale al nostro Paese, alla filiera dei suoi componentisti, ai suoi stabilimenti e mirare alla conquista di oltre 1 milione di consumatori che oggi scelgono vetture non prodotte nel nostro Paese".
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