Quinto morto sul lavoro nel vicentino, serve sciopero generale nazionale

240

Questa mattina 26 maggio si è svolta a Padova una manifestazione regionale, promossa da CGIL-CISL-UIL, di protesta contro gli infortuni e i morti sul lavoro. Migliaia di lavoratrici e lavoratori, di pensionati, studenti, cittadini hanno partecipato al corteo e riempito la piazza dove si sono tenuti i comizi conclusivi. Ieri in provincia di Vicenza, si è avuto il quinto morto sul lavoro. Andrea Galiotto, un ragazzo di 26 anni, è morto asfissiato dall’azoto nella sede di Almisano di un’azienda (FIS) specializzata nella produzione di “intermedi e principi attivi” per l’industria farmaceutica.
Da inizio anno al 25 maggio sono 34 i morti nei luoghi di lavoro in Veneto. In Italia sono 282. Numeri impressionanti che dimostrano come non ci possa essere nulla di casuale e nessuna “fatalità” in questi veri e propri omicidi. Sono il risultato di un sistema spaventoso nel quale si dà priorità al profitto non solo rispetto ai diritti di chi lavora ma, anche, alla stessa vita umana.
Dobbiamo ricordarci sempre che non possiamo riprenderci la vita, il futuro e i diritti confidando in una “provvidenza” più o meno divina, né aspettando la “benevolenza” di lorpadroni. Lo potremo fare solo con la lotta per attuare la Costituzione e ricostruire quella coscienza di classe che abbiamo perduto nell’indifferenza e nell’individualismo. Una lotta difficile per abbattere il sistema capitalista. 
Questa lotta deve diventare prioritaria. Le manifestazioni sono importanti ma non bastano, chiediamo una mobilitazione di massa che porti a uno sciopero generale nazionale che non serva solo a mettersi a posto la coscienza ma a raggiungere obiettivi concreti.

Articolo precedenteLavatoi, viabilità, spazi verdi attrezzati e parchi gioco: elementi comuni alla comunità di Vicenza, da ripensare
Articolo successivoDopo la beffa di Mattarella, e Salvini, a Di Maio scommettiamo che lo spread si sgonfia?
Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.