Recensione: “L’occhio del duce in casa Matteotti” di Alberto Vacca
Alberto Vacca, con L’occhio del duce in casa Matteotti, porta alla luce una figura poco nota ma estremamente significativa della storia del regime fascista: Domenico De Ritis, spia dell’Ovra (la polizia segreta fascista). Il libro, basato su una ricerca accurata e dettagliata, svela le trame subdole e le azioni di un uomo capace di ingannare e manipolare le sue vittime, lasciando un’impronta profonda nel periodo più buio della storia italiana.
Chi era Domenico De Ritis?
De Ritis emerge dalle pagine di Vacca come un personaggio ambiguo e camaleontico. La sua abilità di simulazione e dissimulazione lo rese una pedina fondamentale nelle strategie di controllo e repressione del regime fascista. Tra le sue principali “imprese”, De Ritis riuscì a:
- Neutralizzare Velia Titta, vedova di Giacomo Matteotti, vigilando e influenzando ogni sua azione per impedire che diventasse un simbolo scomodo di resistenza al regime;
- Ostacolare Bruno Buozzi, leader socialista, durante gli anni della Repubblica di Salò.
De Ritis operò sempre nell’ombra, mantenendo una doppia vita che gli permise non solo di agire indisturbato per quattordici anni, ma anche di sfuggire a qualsiasi condanna nel dopoguerra. Indenne da procedimenti penali e amministrativi, riuscì addirittura a cancellare il proprio nome dall’elenco ufficiale delle spie dell’Ovra pubblicato nel 1946, costruendosi una falsa immagine di benefattore delle famiglie Matteotti e Buozzi.
L’importanza del libro
Vacca offre una narrazione coinvolgente e rigorosa, che riesce a far luce su un aspetto meno conosciuto del fascismo: l’uso sistematico della sorveglianza e dell’infiltrazione per smantellare l’opposizione politica e sociale. De Ritis, descritto come la spia più geniale del regime, diventa un simbolo di come il fascismo usasse mezzi subdoli per consolidare il proprio potere, oltre la violenza fisica e l’intimidazione.
La prefazione di Giorgio Benvenuto arricchisce il volume, contestualizzando l’importanza storica dell’opera e sottolineando l’impatto delle azioni di De Ritis sulle vite delle sue vittime e sul tessuto politico dell’epoca.
Un’opera per riflettere
L’occhio del duce in casa Matteotti non è solo un libro di storia; è un invito a riflettere sulle conseguenze dell’autoritarismo e sui meccanismi con cui il potere cerca di eliminare ogni forma di dissenso. La figura di De Ritis ci ricorda quanto sia importante la memoria storica per evitare che dinamiche simili si ripetano.
Un testo indispensabile per chiunque voglia comprendere meglio il lato oscuro del regime fascista e il ruolo cruciale delle spie nella repressione degli oppositori.