Promuovevano al Qaeda e Isis in Italia, arrestati 5 giovani stranieri di cui uno a Monfalcone: le dichiarazioni dell’on. Anna Cisint (Lega UE)

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(Adnkronos) – Ritenuti responsabili di fare parte di un’associazione terroristica per promuovere al Qaeda e l’Isis in Italia. Per questo, cinque giovani sono stati arrestati nella mattinata di oggi (primo lancio alle 7.55). Personale del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri ha eseguito stamani un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bologna su richiesta della procura-dipartimento Antiterrorismo che ha diretto, con il coordinamento della procura nazionale Antimafia e Antiterrorismo, un’indagine nei riguardi dei cinque giovani di origine straniera residenti a Bologna, Milano, Udine e Perugia. I cinque sono appunto ritenuti, a vario titolo, “responsabili di avere costituito o aver fatto parte di un’associazione terroristica dedita alla promozione, al consolidamento e al rafforzamento delle formazioni terroristiche ‘Al Qaeda’ e ‘Stato Islamico’”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

 

Ecco le dichiarazioni dell’on. Anna Cisint, deputato della Lega al Parlamento Europeo.

L’operazione antiterrorismo in corso condotta dai Ros dei Carabinieri che coinvolge anche un immigrato musulmano a Monfalcone mette in luce elementi di grave allarme sui rischi rappresentati dalla massiccia presenza di islamici e dal loro preoccupante atteggiamento da tempo manifestato nella nostra città. Questa vicenda, conferma anzitutto la presenza di un’ideologia radicalizzata nell’ambito di queste comunità nel contesto di una rete nazionale dedita alla promozione e al rafforzamento delle formazioni terroristiche “Al Qaeda” e “Isis”, che sono state protagoniste dei tanti attentati che in questi anni hanno funestato l’Europa con lutti e violenze. Si dimostra in questo modo che l’arrivo indiscriminato di manodopera straniera anche se regolare – che ha reso Monfalcone una delle realtà italiane con la maggior percentuale di islamici sulla popolazione – diventa un fattore non solo di instabilità sociale, ma anche di minaccia alla sicurezza e all’incolumità. Non sono più solamente le grandi metropoli, come Milano e Bologna, i luoghi di insediamento e occultamento di queste cellule e ciò deve far riflettere sulla strategia invasiva di chi punta a sovvertire i nostri valori nel nome della sharia e che ora prende di mira proprio i territori dove le istituzioni si oppongono alle pratiche integraliste. In questo senso è legittimo chiedersi quanto possa aver inciso anche il clima di contrapposizione alimentato dai centri islamici locali che esattamente un anno fa, il 23 dicembre, avevano organizzato una manifestazione facendo confluire migliaia di immigrati da tutta Italia, cui erano seguite le minacce di morte che mi hanno costretto alla scorta personale. Peraltro, va rilevato che uno dei giovani arrestati lavorava in un locale a fianco proprio dell’ingresso nel palazzo municipale.

L’operazione dei Ros conferma l’esistenza di cellule attive nel nostro Paese e la necessità di mantenere alta la guardia di fronte alla minaccia terroristica. Nello stesso tempo va sottolineata la grande professionalità e la capacità che i Carabinieri, di tutte le autorità di sicurezza e della magistratura inquirente nel contrastare e prevenire l’azione di queste pericolose unità del terrorismo islamico. Rimane, in ogni caso, la necessità di assumere a tutti i livelli il problema della pericolosità rappresentata dall’invasione islamica del nostro Paese e dell’Europa, che passa attraverso i canali irregolari e regolari e soprattutto dalla rotta balcanica il cui contenimento e controllo deve rappresentare una priorità dell’azione politica.