Aggressioni agli operatori sanitari: richieste di tutele anche dal Veneto di fronte a un’emergenza nazionale e nuovi episodi di violenza

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Violenza sugli operatori sanitari
Violenza sugli operatori sanitari

L’inizio del 2025 è segnato da episodi di violenza che mettono in luce l’emergenza sicurezza per gli operatori sanitari. L’ultimo grave fatto è avvenuto nella periferia di Roma, nel quartiere Collatino, dove un autista di ambulanza è stato aggredito con un martello dal parente di una paziente, frustrato dalla mancata possibilità di trasferirla nell’ospedale richiesto.

Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute
Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute

Gianluca Giuliano, segretario nazionale UGL Salute, ha definito questo episodio un segnale allarmante dello “stato di assedio” che colpisce chi lavora nel sistema sanitario. “Se non si interverrà urgentemente con nuove misure, il rischio di tragedie è elevatissimo”, ha dichiarato, invocando azioni rapide da parte del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, per proteggere chi ogni giorno si dedica alla cura dei cittadini.

Un problema diffuso: le reazioni dal Veneto

Fabio Bui (Popolari per il Veneto)
Fabio Bui (Popolari per il Veneto)

La preoccupazione non si ferma al Lazio. Anche in Veneto, i recenti episodi di violenza nei pronto soccorso hanno scosso la comunità. Fabio Bui, rappresentante dei Popolari per il Veneto, ha evidenziato come queste aggressioni rappresentino un attacco non solo alle persone, ma al senso di comunità: “Medici, infermieri e operatori sanitari non sono solo professionisti: sono il volto umano del nostro sistema sanitario”.

Bui ha sottolineato la necessità di investire in risorse per migliorare le condizioni di lavoro negli ospedali e garantire supporto psicologico a chi opera in prima linea. “A tutti gli operatori sanitari vittime di violenza va il nostro sincero ringraziamento e vicinanza”, ha affermato, chiedendo un dialogo civile anche nei momenti di maggiore tensione.

Le proposte dell’UGL Veneto

Convegno UGL di Vicenza, da sx Fabio Martini, Luciano Conforti, Antonio Accetta e Germana La Mantia
Convegno UGL di Vicenza, da sx Fabio Martini, Luciano Conforti, Antonio Accetta e Germana La Mantia

L’UGL Veneto, per bocca del segretario regionale Luciano Conforti, ha espresso solidarietà alle vittime di queste aggressioni e ribadito la necessità di soluzioni tecnologiche e operative per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra le proposte avanzate spicca l’introduzione di smartwatch con pulsante SOS, che consentirebbero l’allerta immediata delle forze dell’ordine e la localizzazione GPS in tempo reale degli operatori.

Conforti ha ricordato che il Parlamento ha già approvato una legge contro la violenza sugli operatori sanitari, ma ha aggiunto che “questi interventi legislativi devono essere accompagnati da misure concrete e tempestive”, come il potenziamento della videosorveglianza e una maggiore presenza delle forze dell’ordine nei pronto soccorso.

Un problema strutturale e sociale
Questi episodi, spesso dettati dalla tensione e dalla disperazione, evidenziano non solo la necessità di proteggere chi lavora nella sanità, ma anche di affrontare le carenze strutturali e organizzative che esasperano le situazioni di emergenza. I sindacati, le istituzioni e le associazioni di categoria convergono sulla necessità di agire subito per evitare che la violenza si trasformi in un pericolo costante.

Le parole di solidarietà devono ora tradursi in azioni concrete. La sicurezza del personale sanitario è una priorità che non può più essere ignorata: si tratta di tutelare non solo i diritti di chi lavora, ma anche la fiducia in un sistema che rappresenta un pilastro fondamentale della nostra società.