Arnò con Coviello: “Space X di Musk, governo e opposizioni da telenovela”. Ma dimissioni di Belloni dal DIS sono da film di spionaggio?

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Trame sui satelliti Star Link di Space X di Elon Musk
Trame sui satelliti Star Link di Space X di Elon Musk
Stamattina (all’alba a Rio De Janeiro, circa alle 10 italiane) Giuseppe Arnò, “mio presidente” nell’Associazione Stampa Italiana in Brasile (ASIB), ha pubblicato su La Gazzetta online, di cui è direttore, un suo editoriale “Un bacio per costruire… scoop!  La visita di Meloni a Trump e il delirio mediatico” in cui ironizzava sul delirio mediatico attorno alla visita di Giorgia Meloni a Donald Trump con ospite, per alcuni occulto, il patron di Space X e non solo, Elon Musk.
“Un incontro normale – diceva sostanzialmente – è stato trasformato dai media in una serie Netflix di fantapolitica. Convenevoli e un documentario sul “furto elettorale” del 2020 diventano, per i giornali, dialoghi segreti e strategie globali”.
L’autore alla fine scherza: “forse a certa stampa manca il senso dell’umorismo… o almeno un po’ di realtà”.
Allora, per non rimanere confinati nel piccolo, non tanto di Vicenza ma dell’Italia tutta, lo abbiamo chiamato nel tardo pomeriggio (in Brasile sono 4 ore dietro) per confrontarci con lui, non solo giornalista di respiro internazionale ma anche con una lunga esperienza di legale per “affari d’impresa”.
Perché, dopo la prevedibile “rivelazione” del motivo (trovare la quadra per liberare Cecilia Sala dai cippi in Iran evidente ritorsione per l’incarcerazione in Italia su richiesta Usa dell’iraniano Mohammad Abedini Najafabadi), della visita lampo di Giorgia da Donald, che l’ha così amichevolmente ricevuta a casa sua, la questione che ha portato a scontri tra governo a opposizioni è stata la ventilata definizione di un accordo tra il nostro Paese e Space X  per un acquisto da 1,5 miliari di euro di servizi di “comunicazione sicura” con i satelliti Star Link dell’azienda di Elon Musk.
Allora?“, chiediamo semplicemente al presidente, avvocato e collega dell’altra parte del mondo, Giuseppe Arnò, per iniziare ad esaminare il caso.
Nel grande circo mediatico che chiamiamo politica italiana, un nuovo numero tiene banco: il caso Space X. Abbiamo un cast d’eccezione degno di una serie tv, dove ogni personaggio interpreta con passione il proprio ruolo“.
Li vediamo uno per uno cominciando proprio da Musk che con i suoi soldi e il suo social X potrebbe (vuole?) appropriarsi della politica dopo gli affari o, addirittura, ecco il timore, della politica per fare altri affari?

 

Siamo pronti! proclama il visionario, maestro della retorica iperbolica, come se avesse già acceso i motori dei razzi per decollare verso la luna (o verso Palazzo Chigi). Nessuno sa esattamente a cosa sia pronto, ma lui sì. Ed Elon ci tiene a farcelo sapere con i suoi twit (x-itt?). Sarà per i satelliti? Per la connessione internet globale? O per un cameo in una puntata speciale di Porta a Porta? Troppo piccola per lui? Boh, non lo sappiamo“.

Ma lui lo sa e il nostro Governo frena veramente dopo le anticipazioni di Bloomberg, sull’affare da 1,5 miliardi che ha fatto infuriare le opposizioni che hanno trovato una, momentanea?, compattezza persa dal giorno della partita di calcio con Schlein, Conte e… Renzi?

Da Palazzo Chigi arriva la dichiarazione solenne: “Nessuna firma”. Una frase breve, decisa, quasi tagliente, che prova a recidere il rumore mediatico con la precisione di un bisturi. Altro che surreale: il governo si muove con cautela in un terreno minato da accuse (infondate, dicono a Chigi e dintorni) e insinuazioni (creative, ripetono). Nessun contratto, nessuna gara, nessuna cena compromettente. L’incontro in Florida? Solo un episodio diplomatico, trasformato dall’opposizione in una trama degna di un romanzo di spionaggio. Palazzo Chigi, intanto, resta saldo e insiste: la realtà non ha bisogno di effetti speciali“.

Boomberg Space X
Boomberg Space X

Detto che Meloni, colleghi di governo e parenti governanti vari non potrebbero fare diversamente, tanto più se i rumors, peraltro giustificati da un vantaggio monetario della proposta Star Link, problemi di sicurezza a parte (di fianco lancio Ansa delle considerazioni “economiche” di Bloomberg con commenti in alto e in basso, di Andrea Stroppa, il referente di Musk in Italia, e, in basso, di Elon stesso), l’opposizione continua, secondo te, a essere maestra di fuochi d’artificio?
Giuseppe Conte si lancia in accuse da spy-story: «La premier decide in base ai rapporti personali con uno degli aspiranti padroni del mondo?» Aspettate un attimo: aspiranti padroni del mondo? Siamo passati da House of Cards a James Bond in versione abruzzese in un batter d’occhio. Matteo Renzi, dal canto suo, indossa il mantello del paladino della trasparenza, luiil nostro politico consulente extra UE: «1,5 miliardi a un privato senza gara? Non sia mai!». Giusto ma, detto da chi ci ha regalato anni di governo “strategico”, il sarcasmo è inevitabile“.

E il gran finale di Borghi e Lupi, i comprimari di opposizioni e governo?

Su Repubblica il senatore di Italia Viva, Borghi, si scatena con un monologo da teatro shakespeariano, con tanto di “emozioni da resort” e il ministro degli Esteri paragonato a un maggiordomo silente. Uno spettacolo che oscilla tra tragedia e farsa. Ma almeno qualcuno si diverte. Maurizio Lupi, fedele scudiero del governo, gli risponde sullo stesso giornale controbatte con un tono da maestro di scuola elementare: «L’opposizione inventa tutto, è ridicolo!». Non che servisse, ma grazie per il chiarimento, Lupi“.

Ma è proprio un chiarimento o è solo un antipasto a Guerre Stellari o, per rimanere a casa nostra, allo spaghetti western “Per un pugno di dollari”?

“L’effetto complessivo di tutti questi numeri è un grande niente. Musk resta “pronto” per non si sa cosa, il governo corre a dire che non fa cose che nessuno ha mai provato, e l’opposizione cerca di scalmanar la gente con accuse che sembrano più delle fiction che della vera politica. Ma si sa, in Italia, il vero spettacolo è sempre dietro il sipario. Tu chiamale, se vuoi, emozioni… o solo polvere negli occhi”.

Nel frattempo, però, con uno strano o preoccupante, fate voi lettori, tempismo è ufficiale l’altra illazione della stampa anti Meloni (Repubblica), questa volta diventata realtà: l’ambasciatrice Elisabetta Belloni, stimata anche, e molto, a livello internazionale, lascia la guida del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) il prossimo 15 gennaio. Visto che una delle minacce associate all’eventuale commessa delle nostre comunicazioni sicure al re della gestione delle informazioni, Elon Musk, sarebbe facile fare dietrologia.

Non la facciamo ma…