Lavatoi, viabilità, spazi verdi attrezzati e parchi gioco: elementi comuni alla comunità di Vicenza, da ripensare

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Metto assieme tre fatti riguardanti la città, che, all’apparenza non hanno gran che in comune, ma che, al contrario, hanno un elemento straordinario che li accomuna: ognuno è parte integrante del livello di vita di una comunità. Con carattere diverso, finalità specifiche diverse, assetti strutturali lontanissimi uno dall’altro, però tutti rappresentano aspetti della nostra identità. Leggo sulla stampa che vi è la volontà, da parte di questo ultimo frammento temporale di esercizio del potere decisionale della giunta di Achille Variati, di demolire i lavatoi.

Oggi sono abbandonati a se stessi, non erogano più l’acqua, quindi non servono allo scopo per cui erano stati costruiti tantissimi anni fa, sono deturpati come spesso accade anche ai muri delle nostre case e ai monumenti cittadini, sono luogo di incontro di tutto quel che di peggio c’è. Ma sono parte della nostra storia. Sono la memoria della antica fatica di tantissime donne. Mantenerli in ordine, vietarne ogni forma di degrado, farne dei monumenti alla donna. Questo dovrebbe essere il loro nuovo compito visto che quello originale è stato sostituito, per buona sorte di tutti, dalle lavatrici.

La viabilità. Un tema molto complesso ma, con buona pace dell’assessore uscente è stato affrontato in questi ultimi anni più con la fantasia che con il buon senso e la necessaria accortezza. Questo sotto i vari profili, quello delle piste ciclabili, come quello delle corsie per le automobili e i mezzi pesanti, piuttosto che i marciapiedi che non sempre sono riservati ai pedoni, le intersezioni stradali che creano, a volte, problemi non indifferenti al traffico, a una non sempre rapida e oculata gestione delle ZTL, per non parlare delle asfaltature che sono un invito ai percorsi di guerra. È sicuramente un tema ampio ma se il desiderio è quello di migliorare la vita dei cittadini, allora è necessario, anzi obbligatorio, rivedere il tutto e ragionarci a medio e lungo termine. La gatta, ci dice il detto popolare, che partorisce in fretta fa nascere i gattini ciechi.

Il terzo fatto riguarda gli spazi verdi attrezzati e i parchi gioco. Tralascio di parlare di Campo Marzo e del parco Querini, oppure del futuro Parco della Pace, ma mi limito a considerare che gli spazi verdi attrezzati e i parchi gioco da tempo, viste anche le condizioni in cui sono ridotti, necessitano di ripensamento perche siano messi a sistema tanto più che questi ambiti, che dovrebbero essere spazi tutelati, sono  diventati invece luoghi di nessuno per mancanza di sorveglianza, manutenzione e progettualità. Penso che sia ora che venga promosso un progetto, una idea unificante con la prospettiva di farli diventare poli aggregativi qualificati di quartiere. Un elemento che ricordi il passato e onori chi ha tanto dato alla società del tempo e a quella che le è succeduta. Un elemento che riporti un po’ d’ordine sulle nostre strade e che faccia sì che ogni soggetto/utente, dal pedone al ciclista, dall’automobilista al conduttore di mezzi pesanti, abbia la certezza di poter circolare con la maggior tranquillità possibile. Un elemento che riconduca le diverse realtà residenziali al possesso e riutilizzo pieno e sereno di quel tanto prezioso verde pubblico che sostituisce, spessissimo, la mancanza di spazi verdi per i piccini e anche per i gli adulti. Tutti assieme sono parte del nostro livello di vita e di civiltà.