Fine Vita, in Veneto il quinto caso di suicidio assistito. Associazione Luca Coscioni: “Troppi 8 mesi di attesa, servono regole chiare”

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Filomena Gallo e Marco Cappato, esponenti dell’Associazione Luca Coscioni, hanno recentemente sottolineato l’urgenza di stabilire regole chiare riguardo al “fine vita”, per garantire tempi certi a chi cerca aiuto per porre fine alle proprie sofferenze. Questo appello arriva in seguito alla tragica vicenda di Vittoria (nome di fantasia), una donna di 72 anni affetta da una forma avanzata di sclerosi multipla, che ha scelto di porre fine alla sua vita attraverso l’autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale.

La storia di Vittoria è emblematicamente rappresentativa delle sfide legate alle procedure di accesso al suicidio assistito in Italia. Dopo un’attesa di otto mesi dalla sua richiesta, Vittoria è diventata la quinta persona in Italia e la seconda in Veneto a completare con successo il percorso di assistenza previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019. La donna ha lasciato un messaggio toccante che esprime il suo desiderio di liberarsi da una vita che, per lei, non era più vita. La sua testimonianza evidenzia il profondo dolore e la sofferenza che molti pazienti affrontano, rendendo la necessità di regole precise e di un supporto tempestivo ancora più urgente.

Nonostante il supporto del Servizio sanitario, Vittoria ha dovuto affrontare la mancanza di medici disponibili per assisterla nella procedura di autosomministrazione, poi in sui aiuto è intervenuto il dottor Mario Riccio, medico anestesista, Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, che aveva assistito Piergiorgio Welby nel 2006 e “Gloria”, la paziente oncologica veneta che ottenne il “suicidio assistito” nel 2023.

Gallo e Cappato hanno espresso la loro solidarietà alla famiglia di “Vittoria”, evidenziando che la sua esperienza, sebbene tragica, è anche una testimonianza di coraggio e determinazione. I due rappresentanti dell’Associazione hanno esortato i legislatori a prendere atto della situazione e a considerare l’adozione di normative che garantiscano una risposta rapida alle richieste di suicidio assistito.

“Il tempo è un fattore cruciale per chi vive una sofferenza intollerabile”, hanno affermato, sottolineando come l’attuale lentezza burocratica possa aggravare ulteriormente il dolore di chi cerca aiuto. In attesa di un intervento legislativo, l’Associazione Luca Coscioni ha attivato il Numero Bianco 06-991313409, per offrire assistenza legale e medica a chi desidera informazioni sui propri diritti riguardo al fine vita.

Fonte: Associazione Luca Coscioni.

Ostanel (VcV): “Servono tempi certi per tutelare i pazienti”

Elena Ostanel, consigliera regionale de “Il Veneto che Vogliamo”, ha commentato la recente morte di Vittoria, che ha potuto accedere al suicidio medicalmente assistito dopo otto mesi di attesa, sottolineando come il suo caso evidenzi “l’urgenza di una legge che regoli chiaramente il diritto al suicidio assistito, proposta respinta dal Consiglio regionale a gennaio”. Ostanel ha ricordato che Vittoria ha dovuto rivolgersi alla magistratura per ottenere ciò che le era dovuto secondo la Corte costituzionale, rivelando che alcune persone potrebbero essere decedute prima di ricevere il necessario parere. La consigliera ha chiesto una convocazione urgente del Presidente Zaia e dell’Assessora Lanzarin per discutere come la Regione stia garantendo questo diritto sul fine vita. Il tema è talmente delicato che “non bastano le barole ma servono i fatti”, mettendo in atto norme concrete per evitare in futuro situazioni di angosciose attese. Ostanel ha concluso affermando che, in situazioni di morte inevitabile, è essenziale permettere ai malati di scegliere come e quando affrontare la loro fine, garantendo così la massima libertà possibile.