Automotive e moda in Veneto, vertice in Regione. Settori in crisi, aziende preoccupate

267
Tavolo filiere automotive e moda Veneto

Si è riunito ieri presso Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto, il tavolo istituzionale relativo alle filiere dell’automotive e della moda. All’incontro presieduto dagli assessori allo Sviluppo Economico e al Lavoro, Roberto Marcato e Valeria Mantovan, e coordinato dal Direttore regionale dell’Area capitale umano, cultura e programmazione Comunitaria, Santo Romano, erano presenti: l’Unità di crisi aziendali di Veneto Lavoro, CGIL, CISL, UIL, CISAL, UGL, CONSAL, Confindustria, Confapi, Confimi, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Federdistribuzione, Confesercenti, Confcooperative, Legacooperative, Confprofessioni e FederCLAII.

Dopo aver condiviso un’analisi sui principali dati delle due filiere, l’incontro ha avuto ad oggetto un confronto sulla situazione attuale e sulle prospettive future.

“La nostra Regione – ha detto Marcato – si trova oggi ad affrontare una situazione di grave incertezza che tocca due pilastri fondamentali del tessuto produttivo veneto: la filiera automotive e quella della moda. Questi comparti industriali sono caratterizzati, in Veneto, da produttori leader con marchi storici e da un articolato sistema di fornitori di eccellenza che vede come principali clienti gruppi leader tedeschi e francesi. Entrambe le filiere soffrono della contrazione della domanda, necessitano di nuovi investimenti e richiedono una riconfigurazione per rispondere alle transizioni in essere. È un lavoro complesso che la Regione intende supportare. Oggi abbiamo richiamato la programmazione FESR 2021-2027 che destina alle PMI oltre 240 milioni di euro per strumenti finanziari gestiti tramite il Fondo di partecipazione affidato alla società regionale in house Veneto Innovazione. L’incontro di oggi – conclude l’Assessore Marcato – costituisce un punto di incrocio con le istanze delle Parti datoriali e sindacali per la messa a sistema di azioni e strumenti disponibili”.

“Automotive e Moda oltre a definire un’eccellenza e un volano per il benessere, costituiscono, per il Veneto, un enorme patrimonio di saperi e competenze – ha dichiarato Mantovan – stanno attraversando una trasformazione dura e selettiva, che ruota intorno alle transizioni digitale e ecologica ed è testimoniata dai numeri del mercato del lavoro che evidenziano perdite di occupazione e un massiccio ricorso alla cassa integrazione guadagni. L’obiettivo che condividiamo con le Parti sociali è quello di minimizzare l’effetto dirompente di questi cambiamenti e accompagnare quello generativo di valore, in particolare per quel che riguarda la riconfigurazione e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori. La Regione può, da subito, nell’ambito della programmazione FSE+ 2021-2027, mettere a disposizione delle due filiere progetti dedicati di formazione continua e politiche attive del lavoro per la ricollocazione dei lavoratori”.

All’incontro di ieri seguiranno altri tavoli di lavoro focalizzati sugli specifici comparti delle filiere.

Più incisivo l’intervento dei sindacati, fortemente orientati alla preoccupazione. “Non nascondiamo la nostra forte preoccupazione per l’andamento di comparti così strategici per l’economia e l’occupazione del Veneto” ha evidenziato Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto. “Riteniamo che la loro significativa contrazione di mercato sia affrontabile solo con strumenti mirati e politiche adeguate alle diversità dei settori e dei distretti.

Oggi ha preso avvio un percorso che dovrà ora strutturarsi concretamente su più piani – ha aggiunto –, per affrontare le difficoltà congiunturali e soprattutto quelle strutturali determinate dalle transizioni epocali che il sistema produttivo regionale e nazionale è chiamato ad affrontare. È imprescindibile mettere le basi per costruire un patto per lo sviluppo del Veneto”. 

E scendendo più nel dettaglio, Paglini ha spiegato: “Serve in primis un rafforzamento degli ammortizzatori in deroga, per consentire anche alle aziende medio-piccole di far fronte alle riduzioni degli ordini. Ma se l’obiettivo primario è scavallare la fase critica, resta senza dubbio indispensabile avviare una ri-programmazione che sia profonda e innovativa, capace di modellare il sistema industriale del futuro. I Patti territoriali possono senz’altro diventare uno strumento efficace per formare le lavoratrici e i lavoratori, sviluppare competenze e accompagnare la riconversione, in particolare per i distretti della calzatura e della moda. Analogamente, per l’automotive si dovrà prevedere un uso rafforzato degli ammortizzatori così come un potenziamento della formazione, allo scopo di attivare la riconversione e affrontare le sfide tecnologiche. Con un occhio ai settori industriali di previsto sviluppo nei prossimi anni, a partire dall’aerospaziale, importante volano per l’attrazione di investimenti e competenze».

Alla Regione abbiamo evidenziato pure una forte preoccupazione per il termomeccanico e il termoidraulico – ha concluso Paglini –, per i quali è già in atto una profonda trasformazione di prodotto che richiede la dovuta attenzione e altrettanto supporto”.