Ex BPVi e Veneto Banca, Intesa congela fondo sociale da cento milioni. Stefano Barrese: “ci hanno chiamato in causa civile nei processi!”

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Ex popolari, Intesa Sanpaolo congela il fondo sociale da cento milioni di euro. Finché non si risolverà la grana della chiamata in causa come responsabile civile nel processo di Veneto Banca. Dopo la beffa del fondo di risarcimento promesso con la Legge di stabilità, di cui ancora si attende il regolamento attuativo promesso da mesi come fatto, arriva un’altra doccia gelata per i soci di Veneto Banca e Banca Popolare Vicenza che sperano di recuperare i soldi perduti con le azioni. Intesa ha ufficializzato ieri sera lo stop all’iniziativa dei cento milioni da distribuire come ristoro tra 30 mila famiglie impoverite dall’azzeramento del valore delle azioni delle ex popolari, di cui aveva incamerato la parte «buona».

Passo nell’aria da tempo, visto che degli elementi che avrebbero dovuto tradurre in concreto l’iniziativa (la raccolta delle domande doveva avvenire dal 1° marzo al 31 maggio), si erano perse da tempo le tracce. Il timbro ufficiale lo ha messo ieri il responsabile della Banca dei Territori, Stefano Barrese, incontrando a Roma le associazioni dei consumatori sul piano industriale. Che hanno chiesto lumi sul plafond, annunciato dall’amministratore delegato, Carlo Messina, il 10 ottobre scorso a Vicenza, a Palazzo Leoni Montanari. «E scandaloso quanto avvenuto, il livello del raggiro – aveva detto -. Anche verso duemila famiglie di ultraottantenni: è la cosa più scandalosa di tutte». L’intervento era immaginato come un ristoro massimo di 15 mila euro per clienti con reddito annuo lordo non superiore a 30 mila e un patrimonio mobiliare non oltre i 15 mila.

«Nel confermare lo stanziamento di tale plafond – è stata la replica di Barrese secondo una nota emessa ieri sera dalla banca – Intesa ha spiegato che per il momento si vede costretta, suo malgrado, a sospendere l’iniziativa». Questo «in conseguenza del fatto che nell’ambito di alcuni procedimenti giudiziali è stata prospettata la sua potenziale responsabilità civile verso azionisti delle ex banche venete».

Responsabilità «espressamente esclusa» sia dalla legge di liquidazione delle venete che dal contratto di cessione.

E tuttavia «Intesa ritiene opportuno attendere che il quadro giudiziale si chiarisca, per procedere all’erogazione del plafond». La banca ha poi dichiarato che l’erogazione del fondo, una volta risolta la questione giudiziaria, che doveva avvenire in 5 anni in quote di fondi di investimento monetari, avverrà in un anno.

Lo stop dunque è determinato dalla chiamata in causa di Intesa nel processo di Veneto Banca permessa dal giudice di Roma Lorenzo Ferri alle parti civili, prima di trasferire il processo a Treviso. Linea per altro ribaltata per due volte nel processo Bpvi di Vicenza dal giudice Roberto Venditti, che ha escluso la responsabilità di Intesa. Ma intanto la decisione del Gup di Roma resta lì ed è stata ripresa da alcuni risparmiatori in cause singole. «Non potete pensare che io metta 1oo milioni finché mi fate causa», ha in sostanza detto Intesa, invocando un chiarimento definitivo. Che si rischia di dover aspettare ancora a lungo sull’inchiesta di Veneto Banca, che deve ripartire dalla fase finale delle indagini.

di Federico Nicoletti, da Il Corriere del Veneto