Giorno della Memoria celebrato a Vicenza. Possamai: «Troppe volte l’umanità si è lasciata trascinare dall’odio e dall’indifferenza.»

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Giorno della memoria, la cerimonia in piazza Matteotti
La cerimonia in piazza Matteotti

Oggi, in occasione del Giorno della Memoria, circa 200 bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di Vicenza hanno preso parte a una cerimonia commemorativa che si è svolta in piazza Matteotti, davanti al Teatro Olimpico, vicino alla lapide dedicata agli ebrei deportati da Vicenza ad Auschwitz. L’evento ha visto la partecipazione del sindaco Giacomo Possamai, del prefetto Filippo Romano e di Enrico Richetti, rappresentante della comunità ebraica.

Giorno della memoriaUna delle nove pietre d'inciampo posate a Vicenza
Una delle nove pietre d’inciampo posate a Vicenza

La cerimonia ha avuto inizio con un messaggio del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, letto dal capo di Gabinetto Sandro Pupillo. Presenti all’evento anche diverse autorità civili, militari e religiose, unite per ricordare gli orrori della Shoah, le leggi razziali e la persecuzione degli ebrei italiani, nonché gli italiani che hanno subito deportazioni e coloro che, a rischio della propria vita, hanno salvato perseguitati.

Il sindaco Possamai ha sottolineato l’importanza della memoria storica, affermando che è un dovere civile e morale ricordare le vittime di tale atrocità. “Deportazione” è una parola che deve suscitare riflessione e non può essere pronunciata con leggerezza, ha dichiarato, evidenziando i pericoli della deumanizzazione e della discriminazione. Ha avvertito che la memoria storica deve fungere da allerta contro il ripetersi di simili eventi: “Sappiamo dove conduce la strada della discriminazione e dell’odio”, ha affermato, ricordando quanto sia fragile l’equilibrio della democrazia se non viene costantemente protetto.

Possamai ha anche menzionato il progetto delle Pietre d’Inciampo, in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza, un’iniziativa che commemorano i concittadini deportati nei campi di concentramento. La cerimonia si è conclusa con una visita ai nove luoghi in cui sono state posate queste pietre, ciascuna dedicata a un deportato: Piero Franco in contra’ Santa Lucia 44, Luigino Scuizzato in contra’ XX Settembre 2, Torquato e Franco Fraccon in contra’ Santa Corona 25, Bruno Allegro e Ruggero Menin in corso Palladio 98, Guido Orvieto e Angelina Caviano in corso Palladio 84, infine Carlo Crico in piazza delle Erbe 45.

In ciascuno dei luoghi Marina Cenzon, direttore di Istrevi, ha raccontato le storie di ciascun deportato e gli studenti hanno letto delle poesie, posando infine una rosa rossa accanto a ogni pietra.

Il sindaco ha poi ampliato la riflessione, estendendo il pensiero alle vittime di conflitti e persecuzioni attuali nel mondo. “Troppe volte l’umanità si è lasciata trascinare dall’odio e dall’indifferenza”, ha affermato, mettendo in evidenza che dietro ogni numero ci sono storie e sogni spezzati. Poi ha concluso con un pensiero a Liliana Segre: «Voglio esprimere solidarietà alla nostra cittadina onoraria Liliana Segre, sopravvissuta all’orrore di Auschwitz e voce instancabile del ricordo e della speranza, per gli insulti che ha subito»

In un messaggio rivolto agli studenti, Possamai ha ribadito loro il compito di essere custodi della memoria: “Conoscere la storia non è solo un dovere; è un atto di responsabilità”. Ha enfatizzato che la scuola è il primo luogo dove si costruisce la consapevolezza dei valori di rispetto, dignità umana e libertà.

Il sindaco ha concluso il suo intervento con un grazie: «alla sinergia di molti enti, istituzioni ed associazioni siamo riusciti a costruire un bel programma di iniziative con lo scopo di coinvolgere, quanto più possibile, la cittadinanza nella necessità di ricordare, approfondire e riflettere».

Il programma completo del Giorno della Memoria si trova nell’agenda eventi Viva.