Frode fiscale scoperta dalla Guardia di Finanza a Villaverla: maxi sequestro a una società cinese. Fatture false per 8,5 milioni di euro, 6 indagati

448
frode fiscale villaverla

I militari della Guardia di Finanza di Vicenza hanno sgominato una complessa frode fiscale ai danni dello Stato, condotta da una società a responsabilità limitata con sede a Villaverla e gestita da cittadini cinesi.

L’indagine, durata diversi mesi, ha portato alla luce un sistema di emissione e utilizzo di fatture false per un importo complessivo di oltre 8,5 milioni di euro.

Le indagini hanno rivelato un articolato sistema fraudolento, messo in atto dalla società per evadere le imposte sui redditi e l’IVA. L’azienda annotava e dichiarava costi fittizi, basati su fatture false emesse da altre società “cartiere”, anch’esse gestite da cittadini cinesi.

Queste società, prive di una reale attività economica, venivano utilizzate esclusivamente per emettere fatture false, consentendo così all’azienda principale di ridurre il proprio reddito imponibile e di evadere le tasse.

A seguito delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 2,7 milioni di euro, corrispondente al profitto illecito ricavato dalla frode. Le Fiamme Gialle hanno eseguito numerose perquisizioni, sequestrando denaro contante, immobili, automezzi di lusso, beni strumentali e altre proprietà riconducibili agli indagati.

“La Tenenza di Thiene – spiega la Guardia di finanza -, delegata dall’Autorità Giudiziaria, ha perquisito l’abitazione del legale rappresentante della società e la sede dell’impresa. In questo modo sono state sequestrate disponibilità liquide, immobili, automezzi e beni per un importo complessivo stimato pari a circa 2,5 milioni di euro, tra cui 140.050 euro rinvenuti in contanti presso l’abitazione dell’indagato, disponibilità liquide su rapporti bancari per circa 835 mila euro, un villino di residenza dell’indagato, beni strumentali e macchinari, 5 automezzi (alcuni di lusso) e circa 200 bottiglie di vino pregiato (quali “amarone” e “sassicaia”) rinvenute presso l’abitazione dell’indagato.

Inoltre è stato sottoposto a sequestro preventivo l’intero stabile in cui insiste la sede dell’impresa, formalmente di proprietà dei genitori dell’indagato (residenti nella Repubblica popolare cinese), ma di fatto nella disponibilità di quest’ultimo, atteso che tramite accertamenti bancari è stato rilevato che le provviste finanziarie, utilizzate per l’acquisto degli immobili, sarebbero state generate, in gran parte, da somme di denaro bonificate dall’Italia verso la Cina, da soggetti indagati e/o emersi a vario titolo nelle indagini e, successivamente, riaccreditate su conti correnti nazionali (intestati ai promittenti acquirenti) sui quali era delegato ad operare lo stesso indagato”.

L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza rappresenta un duro colpo alla criminalità economica e dimostra l’importanza di un costante controllo del territorio e di una stretta collaborazione tra le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria. L’evasione fiscale è un fenomeno che danneggia l’intera collettività e sottrae risorse che potrebbero essere utilizzate per finanziare servizi pubblici essenziali.