
Il Regno Unito sta attraversando una storica fase di trasformazione. Dopo anni di allontanamento dalla politica comunitaria a causa della Brexit, il premier britannico Keir Starmer sta guidando un ambizioso “reset” nei confronti dell’Unione europea, per poter rafforzare la cooperazione in settori fondamentali come la difesa e la sicurezza, ma anche la mobilità giovanile. Il recente vertice europeo sull’Ucraina a Parigi, a cui Starmer ha preso parte, e ancora prima la sua partecipazione al Consiglio europeo – la prima di un leader britannico dalla brexit – segnano l’inizio di un riavvicinamento strategico, che potrebbe ridefinire il ruolo di Londra nel continente, senza mettere in discussione la decisione di uscire dall’Unione europea
Una svolta nella politica di sicurezza e difesa
Il progressivo disimpegno militare degli Stati uniti sotto la guida di Donald Trump sta provocando, ormai lo si dice da un po’, profondi cambiamenti nel contesto internazionale. E proprio il Regno Unito – insieme alla Francia – si prepara a guidare l’adattamento delle strategie di difesa e sicurezza europee a questa nuova realtà. Durante il Consiglio europeo a Bruxelles, Starmer ha sottolineato l’urgenza di una cooperazione in questa materia, per garantire la tenuta democratica del continente, contrastando la minaccia russa e le ambizioni espansionistiche di Putin. Oltretutto, la decisione di rafforzare la cooperazione proprio sulla difesa deriva anche dalle necessità di Starmer. Infatti, Il Regno Unito conta attualmente circa 75.000 soldati, nemmeno la metà dell’esercito britannico di vent’anni fa.
La proposta rivoluzionaria sulla mobilità giovanile
Se il riavvicinamento per la questione difesa appare comprensibile, altri sono gli aspetti innovativi di questo “reset”, come il nuovo approccio britannico sulla mobilità giovanile. Infatti, secondo il Times, Londra starebbe ultimando un accordo con l’Unione per consentire ai giovani europei sotto i 30 anni di vivere, studiare e lavorare in Gran Bretagna per due anni, con una possibile estensione di un anno, secondo il modello australiano. Ovviamente, i giovani britannici che vogliono trasferirsi in Ue godrebbero delle stesse condizioni.
I numeri dell’accordo non sono ancora chiari, anche se si parla di circa 70.000 giovani europei, un numero sicuramente non abbastanza elevato data la popolazione del continente. Tuttavia, più di così potrebbe non essere possibile, perché anche nel Regno Unito il fenomeno migratorio è vissuto come un problema, e una grande apertura di Starmer darebbe nuova forza al populista pro brexit Nigel Farage, già alto nei sondaggi.