
Sta facendo discutere in questi giorni quanto è successo nell’ormai famoso Studio Ovale del Presidente degli Stati Uniti. Televisioni, giornali, siti web ognuno ha cercato di dare la propria interpretazione su questo evento. Probabilmente in ogni lettura un fondo di verità la si può trovare. Da quelli che affermano che questo scontro ha la sua genesi ancora nel primo mandato di Trump per il negato aiuto di Zelensky e il successivo impeachment. Per altri il tergiversare del Presidente ucraino circa la “rifusione” delle spese militari agli USA attraverso le “terre rare”, e così via.
Probabilmente ogni ipotesi ha con se una parte più o meno corposa di verità. Certamente ciò che emerge è l’incapacità degli attori di “costruire” la pace, questa non è certamente uno spettacolo (non ha aiutato la presenza dei giornalisti nello Studio Ovale, né tantomeno quello delle telecamere) ma è opera di fine mediazione e la si raggiunge con un dialogo prima di tutto rispettoso uni degli e con tutti gli attori principali presenti.
Quando si ricerca “una pace economica”, fondamentalmente c’è una volontà di non perseguirla fino in fondo, e allora si va a costruire un copione per eventualmente far ricadere su uno degli attori la responsabilità del fallimento. Ed è ciò che è accaduto.
Trump per la pace pretendeva il rimborso con interessi delle spese fin qui sostenute dagli USA (500 miliardi a detta di Trump, molto meno secondo Zelensky) per sostenere gli ucraini. Ma parte di queste terre rare, l’Ucraina ne possiede 117 tipi su 120, molte delle quali si trovano nel territorio del Donbass che, come sappiamo, è stato conquistato dalla Russia, per cui conditio sine qua non “per questa pace” è che la regione in questione venga restituita agli ucraini, cosa che i russi non sono disposti a fare (non va dimenticato che le ricchezze del sottosuolo di questa regione sono la causa, o una delle cause scatenanti, di questa guerra di invasione), per cui alle condizioni imposte da Trump l’agognata pace non vedrà mai la luce. Da qui la sceneggiata a cui abbiamo assistito per mascherare il fallimento del “manager” Trump perché è in questo modo che governa il paese, dovendo soddisfare un suo grande sostenitore, BlackRock.
L’incontro Trump – Zelensky che avesse già un copione scritto è deducibile dalla scelta che l’importante incontro, più volte rinviato, fosse trasmesso in mondovisione. Un tema importante come la pace non ha bisogno di questi riflettori. Non va dimenticato poi il comportamento di Trump, il quale ha usato la prossemica (le distanze fra le persone, ndr) per mettere in difficoltà Zelensky, cosa che gli è riuscita.
Quanto abbiamo assistito nello Studio ovale ci fa comprendere come la pace sia un obiettivo che può essere raggiunto solo con la volontà di tutti, perché tutti sono chiamati a fare un passo indietro e a riconoscere i propri errori. Solo su questa base l’irraggiungibile diventa realtà.