
In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna (o Giornata internazionale dei diritti delle donne), da Nord a Sud dibattiti, iniziative, mostre, inaugurazione di panchine rosse, momenti di riflessione sui temi delle pari opportunità e del contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione, anche Vicenza si prepara con una serie di eventi che avranno come filo conduttore lo sport. La Giornata Internazionale della Donna rappresenta l’occasione per molte organizzazioni ed associazioni femminili per sensibilizzare su temi legati al mondo delle donne, come il lavoro, la violenza fisica o emotiva, e l’amore, anche noi della redazione di ViPiù vogliamo dare il nostro contributo.
Donne che amano troppo
Quando pensiamo all’amore ci riferiamo a qualcosa di magico, che dovremmo desiderare e ottenere, ma raramente ci viene detto che per amare l’altro è necessario saper amare anche se stesse. Probabilmente se migliorassimo la capacità di essere gentili e amorevoli con noi stesse, dandoci il giusto valore intrinseco, potremmo riconoscere più velocemente i segnali di non amore. Scrive la psicoterapeuta americana Robin Norwood: “La ricerca deve cominciare a casa, all’interno di sé. Nessuno può amarci abbastanza da renderci felice se non amiamo davvero noi stesse, perché quando nel nostro vuoto andiamo cercando l’amore, possiamo trovare solo altro vuoto”.
Quando l’amore non è amore?
Capita spesso di sentire storie di amici, o di vedere film, in cui prevalgono dinamiche relazionali disfunzionali e manipolatorie. Nel mio studio è molto frequente vedere, spesso donne, coinvolte nel rapporto quasi da essere ossessionate dall’altro, con la continua presenza nella relazione di litigi, ansia e sofferenza. Le donne che amano troppo sono coloro che ricercano, in modo inconscio, relazioni che riproducono le condizioni in cui hanno vissuto nel proprio ambiente familiare, finendo per “amare” partner pericolosi che causano sofferenza.
Non è sempre facile accorgersi che in questi casi “amare troppo vuol dire non amare affatto” (Norwood, 2003). Pensare di dover compiere gesti estremi per ottenere la vicinanza dell’altro e credere che senza amore non si possa vivere non significa amare. Gli innamorati sperimentano un desiderio intenso della persona amata e sviluppano tolleranza: cercano, infatti, di interagire sempre di più con l’amato e più frequentemente. Se l’amato rompe la relazione sperimentano i sintomi comuni dell’astinenza, inclusi insonnia, ansia, mancanza di appetito o binge eating, irritabilità.
In questi casi la relazione diventa una sorta di droga, che nuoce alla donna, ma di cui non può fare a meno. Si dice che l’amore “rende ciechi”: nelle prime fasi dell’innamoramento i difetti del partner non vengono visti, tutto sembra perfetto, ma poi finita questa fase si dovrebbe riuscire a vedere il partner con i pregi e i difetti.
Amore o dipendenza?
Vi è una sorta di sovrapposizione a livello neurobiologico e comportamentale tra amore e dipendenza. Da questo punto di vista, Fischer propone un approccio per cui l’amore dovrebbe essere trattato come una dipendenza: positiva, quando l’amore è reciproco e maturo; negativa quando i sentimenti sono inappropriati, tossici e non reciproci.
Quando l’amore può diventare tossico?
Quando si arriva ad un punto in cui il desiderio diventa un bisogno compulsivo, quando il piacere è sostituito dalla sofferenza, e quando la persona persiste nella relazione nonostante le conseguenze negative come l’umiliazione e la vergogna siamo in presenza del “non amore”.
Se all’inizio di una relazione l’ansia, l’ossessione e il bisogno fisico dell’altra persona sono risposte comuni, quando iniziano ad essere protratte per periodi di tempo troppo lunghi e coinvolgono anche reazioni emozionali eccessive, potrebbero nascondere la presenza di un problema: Love Addiction, ossia dipendenza affettiva.
Come prevenire?
Un elemento centrale della prevenzione, in ogni ambito, è l’informazione a partire dall’adolescenza, per essere consapevoli dei fenomeni normali dell’esperienza d’amore e delle sue manifestazioni patologiche, per riconoscere meglio le situazioni di rischio, perché il Love Addiction può costituirsi come un antecedente dei crimini d’amore e dello stalking (fenomeni gravi e diffusi).
Cosa posso fare riconoscere che hai un problema di dipendenza affettiva?
I tuoi pensieri rispetto al tuo partner indicano la presenza di distorsioni cognitive? Come ad esempio: Senza quel partner non posso vivere? Non riesco ad affrontare la vita senza di lui? Lui è la mia vita!
Un amore che non le permette di coinvolgersi in altre attività di valore, come lo sport, le relazioni sociali, che la spinge al limite, non è amore. Di questo sarebbe importante avere più consapevolezza, ma soprattutto anche se non hai la forza per uscire dalla tua gabbia, affidati ad un professionista che possa accompagnarti verso la libertà e il tuo benessere personale.
Un caro augurio a tutte le donne, affinché scoprano il proprio valore intrinseco, consapevoli dei propri diritti e delle proprie potenzialità!
Bibliografia:
GALIMBERTI, U. (2018). Nuovo dizionario di psicologia. Psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze. Milano: Feltrinelli.
GUERRESCHI C. (2018). La dipendenza affettiva. Ma si può morire anche d’amore?. Milano: Franco Angeli.
Fischer H. (2005). Perché amiamo, Corbaccio.
NORWOOD, R. (2019). Donne che amano troppo. Milano: Feltrinelli.