
La Corte d’Appello di Venezia ha emesso una sentenza (scarica da qui il dispositivo a firma della presidente dr.ssa Michela Medici) che riduce significativamente la pena per Samuele Sorato, ex direttore generale della Banca Popolare di Vicenza (BPVi). La condanna, inizialmente fissata a sette anni in primo grado, è stata ridotta a tre anni e otto mesi di reclusione a fronte di una richiesta di condanna da parte della Procura a 5 anni e 5 mesi. Inoltre, la Corte ha annullato la confisca di 963 milioni di euro precedentemente disposta, in linea con una recente pronuncia della Corte Costituzionale che aveva già portato alla revoca di una simile confisca nei confronti dell’ex presidente Gianni Zonin e di altri dirigenti della banca.
La decisione della Corte d’Appello ha suscitato diverse reazioni tra i legali delle parti civili. L’avvocato Michele Vettore ha espresso disappunto per la riduzione della pena (“No comment” ha detto) e per la mancata assegnazione di somme provvisionali a favore delle parti civili private, ovvero gli ex soci della banca. Vettore ha inoltre accolto positivamente la revoca delle somme precedentemente riconosciute a Banca d’Italia e Consob, sottolineando le criticità (negatività non segnalate adeguatamente?) emerse durante l’ispezione proprio di BankItalia del 2012.
L’avvocato Paolo Ciccotto ha osservato amaramente che, sebbene Banca d’Italia non abbia ottenuto risarcimenti in questa sede, rimane aperta la possibilità che il giudice civile possa decidere diversamente in futuro. Dal canto suo, l’avvocato Fulvio Cavallari, coordinatore del Veneto per Adusbef, ha definito “discutibile” la riduzione della pena e ha evidenziato la correttezza della mancata assegnazione di risarcimenti a Banca d’Italia. Cavallari ha inoltre espresso delusione per l’assenza di provvisionali alle parti civili, attribuendola al fatto che l’unico reato non prescritto era l’ostacolo alla vigilanza. Ha ribadito in questa sede, come fatto già anni fa, l’utilità delle costituzioni di parte civile, ritenendole vantaggiose solo per legali e associazioni coinvolte.
Non si registrano al momento commenti della difesa, sicuramente soddisfatta per le riduzioni e le cancellazioni ottenute da Samuele Sorato, e dell’accusa, che, probabilmente si riserveranno di leggere le motivazioni prima di decidere ogni eventuale ulteriore passo.
La vicenda giudiziaria legata al crac della Banca Popolare di Vicenza continua a sollevare interrogativi e riflessioni sulle responsabilità e sulle conseguenze per i risparmiatori coinvolti. La riduzione della pena per Sorato e la revoca delle confische rappresentano sviluppi significativi in un caso che ha avuto un impatto profondo sul tessuto economico e sociale del territorio e su cui anche questa sentenza non fa, né poteva fare viste le premessa della fase di istruzione, luce sulle cause a monte del crac della ex banca dei vicentini.