“La presenza in questo campo degli studenti del Benedetti-Tommaseo e della banda di Pellestrina è la dimostrazione di come, dopo 74 anni dalla caduta del regime nazifascista, il 25 aprile non sia una ricorrenza da rinchiudere nei libri di storia, ma debba essere l’occasione per interrogarci sull’importanza che assume, anno dopo anno, generazione dopo generazione, la difesa della libertà”. Con queste parole il sindaco Luigi Brugnaro ha celebrato questa mattina a Venezia il 74esimo anniversario del 25 aprile, ricordato in tutto il territorio comunale con numerose cerimonie.
Alzabandiera a San Marco, percorso della Memoria, cerimonia in Ghetto
Per quanto riguarda Venezia, quelle più significative si sono aperte in piazza San Marco con l’alzabandiera e gli onori resi dal Picchetto militare interforze. Alla cerimonia hanno partecipato tra gli altri, oltre al primo cittadino, anche il prefetto Vittorio Zappalorto, il questore Maurizio Masciopinto, l’onorevole Nicola Pellicani, la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, e i rappresentanti delle autorità civili e militari cittadine. A seguire il tradizionale “Percorso della Memoria” accompagnato dal coro “25 Aprile”, con partenza da campo San Canciano e tappe al ponte dei Sartori, in calle Priuli, in fondamenta San Felice, calle Colombina, campiello del Magazen e corte Correra. “Ricordiamo chi si è battuto per la pace e la democrazia – ha affermato la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, che ha aperto il corteo assieme all’onorevole Pellicani – Valori che oggi troppo spesso consideriamo acquisiti o diamo per scontati ma che scontati non sono. Ognuno di noi deve difenderli”. La conclusione del percorso in campo del Ghetto nuovo, con la festa della Liberazione e le letture degli studenti dell’istituto superiore Benedetti-Tommaseo di Venezia, che hanno recitato alcune biografie di partigiani e di persone comuni che con i loro sacrifici sono diventati “simbolo” del 25 aprile, e l’esibizione della banda musicale di Pellestrina, che ha suonato l’inno di Mameli durante l’alzabandiera. Dopodiché i discorsi ufficiali del presidente della Comunità ebraica di Venezia, Paolo Gnignati, del presidente emerito dell’Anpi, Carlo Smuraglia, e del sindaco Luigi Brugnaro.
Il discorso del sindaco Brugnaro
“Io ho sempre scelto di essere presente alle manifestazioni del 25 Aprile. Sono qui, anche oggi, affinché arrivi a tutti voi il saluto mio personale e di tutta la Città di Venezia. In particolare, permettetemi di dare un sincero benvenuto alla banda di Pellestrina e agli studenti dell’Istituto Superiore Benedetti-Tommaseo di Venezia. La vostra presenza in questo campo è la dimostrazione di come, dopo 74 anni dalla caduta del regime nazifascista, il 25 aprile non sia una ricorrenza da chiudere nei libri di storia, ma debba essere l’occasione per interrogarci sull’importanza che assume, anno dopo anno, generazione dopo generazione, la difesa della libertà e della democrazia.
Norberto Bobbio, massimo teorico del diritto e massimo filosofo italiano della politica nella seconda metà del Novecento, nominato senatore a vita dal presidente Sandro Pertini, usò parole emozionanti per descrivere il suo stato d’animo all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale: ‘Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà’.
Per Bobbio la tanto agognata libertà era paragonabile ad un ‘miracolo’, per Piero Calamandrei, il grande giurista e padre costituente, la libertà era invece come ‘l’aria’ della quale ci si accorge dell’importanza sono quando manca. Per noi, oggi, cosa vuol dire libertà? Ecco, sono convinto che essere liberi sia il più grande dono che i nostri padri e i nostri nonni ci hanno lasciato in eredità. È per questo che il 25 Aprile deve essere la festa di tutti gli italiani, e noi abbiamo l’onore di celebrarlo qui al Ghetto di Venezia, luogo dove si è ‘limitata la libertà di un popolo’. Non solo stiamo rendendo omaggio alla nostra Comunità ebraica ma anche a tutti quegli ebrei che sono stati strappati dai loro affetti, dalla loro casa e dalla loro gente a causa dell’odio dell’uomo nei confronti di un altro uomo. Qui l’avvento della democrazia e della libertà ha messo la parola fine ad anni di discriminazioni ripristinando la parità di diritti che l’abominio delle leggi razziali aveva ignobilmente spazzato via.
Conoscere, ricordare, commemorare episodi come questo diventa quindi la condizione necessaria perché la Resistenza sia davvero un patrimonio che appartiene a tutti. Grazie quindi all’Anpi nazionale e alle parole che il 19 aprile 2017 hanno voluto mettere nero su bianco per sancire questo percorso di condivisione. ‘Il 25 aprile – riporta la nota dell’Anpi – è la festa di tutte le italiane e di tutti gli italiani. Delle loro radici e del loro futuro. Ricordiamo i combattenti per la libertà, i loro sogni di democrazia, uguaglianza e felicità, il portare avanti con coraggio e tenacia la loro speranza di un Paese civile, giusto, solidale’.
Ecco, questo è il nostro compito oggi qui. Dobbiamo essere degni di ciò che abbiamo ricevuto e per farlo dobbiamo ritrovare lo spirito con il quale i nostri genitori e i nostri nonni furono capaci di superare le ideologie per combattere un nemico comune ma anche per costruire una Costituzione nella quale tutti potessero riconoscersi e che oggi, dopo più di 70 anni, ancora incarna quei valori fondamentali che spinsero tanti giovani a rischiare la vita per la Patria, per la Libertà e per la dignità del proprio Paese.
‘La Resistenza, dunque, come lotta al fascismo e al nazismo, ma anche come embrione della nuova democrazia. Resistenza come primo, essenziale momento per la riconquista della libertà’, ha detto, ricordando il 25 Aprile, il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una libertà conquistata dal popolo italiano consapevole che per essere ‘resistenti’ non era necessario imbracciare il fucile ma avere il desiderio, in qualunque modo, di saper reagire alla barbarie.
Quelle stesse barbarie che ogni anno vogliamo ricordare a Venezia in riva Sette Martiri dove la feroce rappresaglia tedesca uccise, in seguito alla morte di una sentinella in servizio sulle navi della Marina germanica, Bruno, Girolamo, Alfredo, Luciano, Gino, Alibrando e Alfredo. Uomini dai 19 ai 46 anni, prigionieri politici, che il 3 agosto 1944 vennero trucidati appena nove mesi prima di vedere il loro sogno di libertà avverarsi.
A loro, ai tanti militari italiani che si ribellarono al giogo nazista pagando un altissimo tributo di sangue, a quei seicentomila soldati che rifiutandosi di servire il governo di Salò venendo, per questo, torturati e condotti in prigionia in Germania, agli operai che scioperarono nelle fabbriche, agli intellettuali che diffusero illegalmente le idee di libertà, alle donne che diedero vita a una vera e propria rete di supporto ai tanti combattenti impegnati in battaglia, a tutti quegli uomini liberi che sbarcarono nell’Italia occupata e versarono il loro sangue per la nostra libertà e agli oltre cinquemila volontari della Brigata Ebraica, italiani e non, giunti dalla Palestina per combattere al nostro fianco, deve andare, oggi più che mai, la nostra gratitudine.
Dobbiamo tenere alto il loro ricordo perché, anche grazie a quei sacrifici, oggi possiamo parlare di libertà e democrazia. Siamo contro tutti i sistemi totalitari e oppressivi, qualsiasi colore pensino di assumere. Rimaniamo vigili di fronte ai grandi proclami di chi, per la propria incapacità, ci potrebbe rendere più deboli come comunità civile. Solo con il lavoro e con i risultati concreti di ogni giorno, siamo e saremo sempre in grado, grazie ai nostri meriti personali e con il nostro esempio quotidiano, di difendere la libertà. Quella libertà che non è mai scontata, che deve essere sempre difesa e che deve trovare il proprio alveo entro un perimetro di legalità e giustizia. Ma non solo. Il 25 Aprile deve trovare il coraggio, la forza e l’esempio per battervi per un mondo migliore, fatto di lavoro di opportunità e di sicurezza.
Tutti insieme dobbiamo quindi, partendo dal ricordo di questa giornata, diventare protagonisti, tutti insieme e ognuno per la sua parte, del nostro domani. Basta alle continue battaglie ‘contro’. Basta alle polemiche strumentali a piccoli interessi particolari e spesso addirittura per interessi di visibilità ‘personali’ o partitici. Basta. Sosteniamo tutte le persone di buona volontà che avanzano proposte serie con spirito costruttivo. Ricerchiamo e lavoriamo per una nuova alleanza tra chi crede nel lavoro, nella fatica, nell’onestà e i risultati.
E per questo, cosa che faremo ufficialmente anche oggi pomeriggio a Palazzo Ducale con la consegna del Premio San Marco alle Eccellenze veneziane metropolitane, dobbiamo ringraziare chi, come allora, resiste e lotta: i volontari che si impegnano per la comunità, le forze dell’ordine che garantiscono la vivibilità e la sicurezza della città, le famiglie che, in un solido sostegno generazionale, credono nel futuro, i giovani che non si arrendono alla paura del futuro e si mettono in gioco, gli imprenditori e le imprese che investono sul territorio creando occasioni di crescita e sviluppo.
Non rispondo alle polemiche: viva il 25 aprile, viva la Libertà, viva Venezia”.
Le altre manifestazioni
Significative e partecipate anche le altre manifestazioni promosse a Venezia e nelle isole.
In centro storico, in campo Bandiera e Moro, si è svolto l’alzabandiera a cura di Assoarma e Gruppo alpini Venezia; in campo santa Margherita alzabandiera e deposizione di corone d’alloro al Monumento ai Caduti a cura dell’associazione Arma Aeronautica e Circolo 1° maggio, alla presenza della consigliera Francesca Rogliani; in campo san Marcuola, alzabandiera a cura di Assoarma e Gruppo alpini; in campo sant’Alvise alzabandiera a cura di Assoarma e Gruppo alpini; nel pomeriggio, alle 17.30, con partenza in via Garibaldi, previsto il Percorso della Memoria; alle 18.30, in fondamenta san Giacomo alla Giudecca, deposizione di una corona d’alloro alla Lapide in memoria dei caduti per la libertà.
Per quanto riguarda le isole: a Sant’Erasmo, messa di commemorazione in onore dei caduti con deposizione della corona d’alloro al Monumento ai Caduti, con la partecipazione della banda musicale locale e la presenza del consigliere delegato ai Rapporti con le Isole Alessandro Scarpa “Marta”; al Lido, in via Sandro Gallo, deposizione di una corona d’alloro al cippo commemorativo, e a seguire, al Palazzo Pretorio a Malamocco, l’alzabandiera in collaborazione con l’associazione Il Fante e la celebrazione di una messa nella chiesa di Santa Maria Assunta alla presenza dell’assessore al Bilancio Michele Zuin.