Maggio invernale, l’Arpav fa il punto della situazione: “due episodi anomali”

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Nevicata
Nevicata

In Veneto lo scorso weekend – è scritto in una nota Arpav – è ritornato l’inverno come già accaduto a fine aprile. La spiegazione è la discesa verso il Mediterraneo centrale di una perturbazione con aria di origine artica che ha portato precipitazioni estese, un brusco e marcato calo delle temperature e nevicate fuori stagione fino a quote relativamente basse nella giornata di domenica. A questo si sono aggiunti, sempre domenica, venti forti o a tratti molto forti da nord-nordest. A distanza di una settimana si sono dunque verificati due episodi di maltempo particolarmente anomali per il periodo.

Precipitazioni anche abbondanti

Tra sabato e domenica si sono verificate precipitazioni estese, più significative domenica. I quantitativi più consistenti sono stati registrati tra le zone prealpine e la pianura centro settentrionale, con valori in molte zone compresi tra 50 e 80 mm in 48 ore. I massimi sono stati registrati sulle Prealpi Vicentine (93 mm a Rifugio la Guardia), sui Lessini (89.6 mm a Grezzana), sull’Alto Veneziano (81.2 mm a Bibione), sull’Alpago (79.8 mm a San Martino d’Alpago). In alcune fasi ci sono stati temporali, localmente anche abbastanza forti come ad esempio a Chioggia tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio di sabato, sul lago di Garda/Veronese tra la serata di sabato e il primo mattino di domenica e sull’Alto Veneziano (Bibione).

Nevicate fuori stagione

Sabato il limite delle nevicate è stato intorno a 1800-1900 m, localmente fino a 1600 in corrispondenza dei rovesci più intensi e in serata si è abbassato facendo scendere la neve fino a 700-800 m nella mattinata di domenica, localmente anche più in basso ma senza accumuli apprezzabili. Qualche fiocco si è avuto anche sul Feltrino. Gli accumuli di neve fresca nelle due giornate sono stati assai significativi per la stagione: sulle Dolomiti ad esempio sono caduti circa 40-65 cm intorno a 2000 m, 48 cm ad Arabba a 1600 m, 20 cm a Falcade a 1200 m, 10 cm a Frassenè (1000 m) e 4 ad Auronzo (900 m); sulle Prealpi centro orientali sono caduti circa 50-65 cm intorno a 1500-1700 m, 8 cm ad Asiago (1000 m) e 16 sul Pian Cansiglio (1000 m); sui Lessini sono stati misurati 30-40 cm a 1600-1700 m.

Venti forti

Dalle prime ore di domenica si è avuta una marcata intensificazione dei venti dai quadranti settentrionali, non solo in quota ma anche a tratti nelle valli, sulle zone pedemontane, sulla pianura e sulla costa. I venti si sono poi in genere attenuati nel pomeriggio-sera di domenica.

Le raffiche più forti si sono verificate sui Lessini/zone pedemontane di Verona (129 km/h a Marano di Valpolicella, 120 km/h a Bardolino-Calmasino, 106 km/h a Bosco Chiesanuova) e sul Rodigino (98 km/h a Lusia, 93 km/h a Pradon-Porto Tolle). Raffiche forti anche nel Bellunese (89 km/h a Quero); nel Padovano (83 km/h a Faedo); nel Trevigiano (79 km/h a Follina); nel Veneziano (73 km/h a Campagna Lupia).

Temperature in calo

Nella giornata di domenica le temperature massime sono state molto inferiori alla norma del periodo, in genere di circa 10 gradi. Nei capoluoghi di provincia abbiamo registrato: 11.5 °C a VR,

12.1 a VI, 12 a TV, 13.6 a RO, 12.7 a PD, a fronte di una media del periodo di circa 21-22 °C; a VE abbiamo misurato 13.2 °C contro i circa 20 °C di media; a BL abbiamo misurato 9.9 °C contro i circa 20 °C di media.

Cosa succede nei prossimi giorni

Da oggi e fino alla prima parte di mercoledì 8 il tempo sarà in prevalenza stabile con cielo sereno o poco nuvoloso. Le temperature massime saranno in aumento anche marcato lunedì, più contenuto martedì, ma risulteranno comunque ancora inferiori alla media del periodo. Le temperature minime saranno in diminuzione nella notte tra lunedì e martedì, con valori molto inferiori alla media, per poi aumentare nella notte successiva.

Dal pomeriggio di mercoledì è previsto un nuovo moderato peggioramento, per l’approfondimento sulla Francia di una depressione che apporterà correnti umide in quota da Sud-Ovest con conseguente aumento della probabilità di precipitazioni. Tuttavia l’entità dei fenomeni sarà assai meno significativa rispetto all’ultimo fine settimana e anche il limite delle nevicate sarà più alto (intorno a 1500-1800 m), trattandosi di una perturbazione di origine atlantica con correnti meno fredde.