In Senato presentata una raccolta di saggi sul Mediterraneo di Acquaviva e Varsori

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ROMA (ITALPRESS) – Un’analisi approfondita degli ultimi quarant’anni sulla politica estera nel Mediterraneo: è la raccolta di ricostruzioni storiche contenuta nel volume “Il Mediterraneo tra Guerra Fredda e nuovo disordine internazionale”, a cura di Gennaro Acquaviva e Antonio Varsori, edizioni Il Mulino, presentato oggi nella Biblioteca del Senato a Roma. Il Mediterraneo “è un punto nevralgico del nostro continente e del mondo. Per l’Italia è la vita e la morte, lo è stato per migliaia di anni. Ce lo scordiamo spesso che, senza o con il Mediterraneo, l’Italia è un’altra cosa”, ha spiegato Acquaviva. Per Marco Minniti, presidente di Med-Or Italian Foundation, “per poter contare nel Mediterraneo allargato è importante anche la difesa europea. L’idea che ogni Paese possa affrontare questa sfida da solo è perdente”.

Anche per la questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti “vedremo come andrà avanti la trattativa, ma è molto importante che l’importante che l’Europa si sia presentata unita. C’è bisogno che si dialoghi con concretezza con gli Stati Uniti”, ma nel frattempo “l’Unione europea deve conquistare nuovi mercati: dobbiamo diversificare, andando a parlare con l’India o con il Vietnam”. L’Italia “è il punto di congiunzione tra l’Europa e il sud del mondo e può svolgere un ruolo importante”, ha concluso.

Per l’Europa, ha aggiunto il presidente della Commissione Esteri della Camera, Giulio Tremonti, “la questione fondamentale è doppia, quella dell’armamento e quella dell’allargamento”: la prima “è un’idea che risale al 2003, quando, nel semestre italiano di presidenza, fu fatta l’ipotesi degli eurobond per l’industria militare”, ma “venne bocciata dalla Commissione Prodi con una violenza assoluta”. L’allargamento “vuol dire stabilizzare la regione e realizzare davvero l’Europa”. Inoltre bisogna “modificare le regole di voto: l’unanimità non c’è neanche nei condomini. Già adesso, su 27 paesi democratici, ogni anno a 7 sono in campagna elettorale e quindi automaticamente deviano, spostano e rinviano”. Sul Mediterraneo, poi “siete così sicuri che sia il centro del mondo? Questa non è l’idea di Putin e non è l’idea di Xi”. E Trump che dice di volere la Groenlandia, “lo fa perché gli interessano il ghiaccio o perchè gli interessano le rotte del nord”? Quella meridionale è una rotta che “potrebbe restare interessante per l’India, ma le grandi rotte si spostano dall’altra parte del mondo”.

Per Giuliano Garavini, professore associato di Storia delle relazioni internazionali all’Università Roma Tre, “Russia e Cina sono attori fondamentali oggi nel Mediterraneo allargato. La Cina è da 15 anni il principale partner economico di molti Paesi africani, la Russia già dagli anni Sessanta era un partner militare. Inoltre la Cina è il principale importatore di petrolio saudita”. Le due sponde del Mediterraneo, poi, “si sono allontanate ulteriormente a causa della guerra in Ucraina”, che ha cambiato le dinamiche dell’approvvigionamento energetico: “dopo il 2022 l’Algeria non ha prodotto più gas di prima e questa disconnessione energetica con la Russia ha rafforzato il rapporto con gli Stati Uniti, che con il gnl sono attivati a sostituire il gas russo”.

Secondo l’editorialista del Corriere della Sera, Paolo Valentino “al netto delle attuali minacce, provenienti soprattutto nel Mar Rosso, il flusso mercantile e il transito nel Mediterraneo è destinato a aumentare fino al 30% nei prossimi 5 anni. È uno spazio economico per sé ed è uno spazio che collega paesi e comunità che si affacciano direttamente sulle sue sponde. Sono due dinamiche diverse, ma non in contraddizione tra loro”.

– foto xi2/Italpress –

(ITALPRESS).