L’aquila ferita torna a volare. Una storia a lieto fine grazie alla Polizia Provinciale di Vicenza e al Centro Recupero Rapaci di Fimon

Soccorsa due mesi fa in un giardino di San Nazario, è stata curata al Centro Rapaci finché non ha ripreso le forze. Ora può tornare a volare

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l'aquila ferita torna a volare
L'aquila ferita due mesi fa torna a volare nei cieli vicentini

Due mesi fa era stata soccorsa in un giardino di San Nazario di Valbrenta. Scesa per predare pollame, non era più riuscita a spiccare il volo. Curata con competenza e dedizione al Centro Recupero Rapaci di Fimon, è finalmente tornata a volare. Ad assistere al suo decollo verso la libertà c’erano il presidente della provincia di Vicenza Andrea Nardin con il vicenpresidente Moreno Marsetti, il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, il gestore del Centro Recupero Rapaci Alberto Fagan e la Polizia Provinciale di Vicenza

protagonisti liberazione aquila
I protagonisti del salvataggio, della cura e della liberazione dell’aquila

La “cerimonia” del volo è stata semplice e commovente. A deciderne il ritmo è stata l’aquila: uscita dalla gabbia, si è fermata a scrutare l’orizzonte, forse per farsi ammirare, forse per riprendere confidenza con l’ambiente montano, da cui era rimasta lontana per due mesi, e poi è partita, ad ali spiegate, elegante dominatrice dei cieli vicentini.

L’aquila, un maschio adulto di circa vent’anni, era stata portata al Centro Rapaci dagli agenti della Polizia Provinciale di Vicenza, chiamati a San Nazario da Renato Campana, che l’aveva vista planare nel giardino dell’amico Luigi Campana. Talmente debole e bisognosa di cure, da affidarsi senza timore alle braccia umane. “Era debilitata – spiega infatti Fagan che ne ha seguito il recupero – pesava solo 3,6 kg e aveva un leggero gonfiore sul gomito dell’ala destra, tanto da ipotizzare un trauma da urto. Per curarla al meglio, mi sono consultato con il professor Mauro Delogu dell’Università di Bologna, specializzato in Scienze Mediche Veterinarie. È stata riscontrata un’anemia importante, dovuta probabilmente a saturnismo, cioè intossicazione da piombo, che può essersi accumulato negli anni a seguito di ingestione di selvaggina”. L’aquila è stata quindi trattata con prodotti a base di calcio.

Debolissima nei primi giorni, al punto da non essere in gradi di salire sull’appoggiatoio all’interno della voliera, tanto che gliene era stato realizzato uno apposta a terra, lentamente, grazie alle cure, si è rinforzata e, dopo un paio di settimane, ha cominciato a sollevarsi fino all’appoggiatoio. Tornata in forma e raggiunta nuovamente l’autonomia, è dunque arrivato il momento di rimetterla in libertà.

Il luogo scelto per farla tornare a volare è località Tortima, tra Marostica e Lusiana-Conco. Fagan ha spiegato la scelta del luogo: “Può tornare libero – ha precisato, ricordando che si tratta di un maschio – ma dobbiamo tutelarlo in questi primi giorni in cui è più fragile. L’area di Rubbio è territorio di caccia, dove non avrà difficoltà a trovare prede di cui nutrirsi.” Per questo non è stata scelta l’area di San Nazario, dove con tutta probabilità aveva nidificato: “Potrebbe in sua assenza – ha aggiunto Fagan – essere stata occupata da un altro esemplare: quando manca un membro della coppia in un sito riproduttivo, è naturale che un altro esemplare ne prenda il posto. In questo periodo di piena attività riproduttiva, il nuovo “occupante” potrebbe essere molto aggressivo nella difesa di quello che è diventato il suo territorio, pertanto liberare l’aquila in quella zona l’avrebbe messa in serio pericolo.”

Il presidente della Provincia Nardin ha espresso l’emozione per il momento vissuto, esperienza di straordinaria suggestione, che però, ha ricordato: “È solo l’atto finale di un percorso che ha richiesto grandi professionalità e conoscenze: della Polizia Provinciale in primis, a cui è stato affidato il rapace una volta recuperato, e di Alberto Fagan e del Centro Recupero Rapaci di Fimon, centro di eccellenza del nostro territorio con cui la Provincia di Vicenza collabora da decenni nella gestione della fauna selvatica ferita. Una sinergia vincente.”

Il vicepresidente Marsetti ha voluto dare merito al primo protagonista di questa storia a lieto fine, Renato Campana: “A lui si deve il primo supporto all’aquila ferita. Campana è un cacciatore di lungo corso, un vero cacciatore, rispettoso della natura e dei suoi equilibri. Grazie alla sua esperienza la Polizia Provinciale di Vicenza ha potuto intervenire in tempi rapidi, così da permettere la completa guarigione dell’aquila.”

Ha poi concluso il presidente del Consiglio Regionale Ciambetti lodando l’impegno del centro rapaci: “Come Regione Veneto – ha affermato – finanziamo i Centri di Recupero Rapaci, come quello di Alberto Fagan che è un punto di riferimento nazionale. Oggi abbiamo visto il risultato dell’esperienza e della professionalità di Fagan, con un’aquila che è tornata a volare sopra le nostre montagne. Ringrazio anche l’amico Renato Campana per la sensibilità che sempre dimostra verso i temi ambientali e faunistici.”

Fonte: Torna libera l’aquila reale trovata ferita due mesi fa a San Nazario.

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