Aquila reale liberata a San Nazario: un sospiro di sollievo, ma la Lipu lancia l’allarme: avvelenamento da piombo

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aquila reale san nazario
Foto: Archivio Lipu

Un’aquila reale soccorsa lo scorso 26 febbraio in un giardino di San Nazario di Valbrenta, dopo essere scesa a predare pollame e non essere più riuscita a riprendere il volo, è tornata in libertà il 18 aprile scorso.

L’esemplare, curato per due mesi presso il Centro Recupero Rapaci di Fimon da Alberto Fagan, era stato consegnato agli agenti della Polizia Provinciale di Vicenza, allertati da un cittadino che l’aveva trovata nel giardino di un amico.

La liberazione dell’aquila reale ritrovata ferita a San Nazario ha suscitato sollievo, come commenta il Delegato della sezione LIPU di Vicenza Francesco Costa. Pur riconoscendo l’efficacia del sistema di recupero e cura della fauna selvatica in difficoltà e lodando l’impegno di chi ha soccorso e curato l’aquila, Costa pone l’attenzione sulle cause dell’infortunio del rapace.

Secondo la LIPU Vicenza, la docilità mostrata dall’aquila al momento del ritrovamento era già un sintomo di una condizione patologica, confermata successivamente dalla diagnosi veterinaria: avvelenamento da piombo causato da ingestione di selvaggina.

Francesco Costa spiega come questo avvenga: l’aquila si sarebbe nutrita di carcasse o resti di animali uccisi da cacciatori con proiettili al piombo, ingerendo così frammenti del metallo tossico presenti nelle viscere lasciate sul posto. Questo fenomeno, sottolinea la LIPU, non è un caso isolato, e spesso l’avvelenamento da piombo porta alla morte i grandi rapaci. Dati relativi alle Alpi centro-orientali indicano che una percentuale significativa di aquile reali ritrovate morte presentava avvelenamento da piombo.

La LIPU evidenzia come il piombo agisca sul sistema nervoso degli animali, alterandone sensi e comportamento e rendendoli più vulnerabili agli incidenti, come probabilmente accaduto all’aquila di San Nazario, che presentava anche una ferita all’ala. La docilità inusuale dell’aquila, simbolo di forza, era quindi con ogni probabilità dovuta all’effetto inebetente del piombo.

La LIPU Vicenza, pur apprezzando la liberazione dell’aquila, invita chi ha a cuore il benessere di questi rapaci ad attivarsi per la definitiva messa al bando del piombo dalle munizioni dei cacciatori, una soluzione ritenuta semplice e immediata per contrastare questo problema noto da tempo.