Donazzan, galeotta… fu la canotta: “senza veli” discriminata in Aeroporto

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Donazzan, galeotta... la canotta
Donazzan, galeotta... la canotta
A me le esternazioni di Elena Donazzan mancavano un po’. Da quando ha lasciato la Laguna per il Parlamento Europeo, aveva mantenuto un contegno più riservato ed istituzionale di quello a cui ci aveva abituati. Forse doveva ambientarsi: nuove sedi, nuovi colleghi, nuovi ruoli. O forse i media, soprattutto locali, avevano perso un po’ di interesse, nel classico  “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.
Per fortuna, ad un certo punto, neppure lei ha resistito alla tentazione e se ne è uscita –sul suo profilo Facebook– con una video denuncia di un grave epidodio discriminazione aeroportuale. Di cui lei è stata la vittima.
A molti sarà capitato di essere oggetto di controlli da parte degli addetti alla sicurezza in aeroporto. A volte si limitano a farti togliere dalle tasche chiavi e cellulare, a volte sono più puntigliosi. Chi scrive ha dovuto togliersi le scarpe all’aeroporto di Ayers Rock, dopo un giorno di camminata sotto il sole a 45 gradi. Cara grazia che non mi abbiano internato per attacco batteriologico.
I controlli ovviamente sono a campione, decidono gli agenti di sicurezza cosa richiedere e a chi. Il caso ha voluto che, all’aeroporto di Bruxelles, oggetto del controllo sia stata proprio la Donny che, nel video, racconta di avere tolto cappotto, collana, cintura… Tutto bene fino a quando non gli è stato richiesto di togliere la giacca. La deputata a quel punto ha provato a spiegare di essere troppo poco vestita per farlo (sotto la giacca indossava una canotta), ma non c’è stato verso, ha dovuto ottemperare.
Finora, un racconto che avrebbero potuto fare decine, se non centinaia di migliaia di viaggiatori. La nota succosa arriva nella seconda parte della video denuncia, quando Donazzan spiega che dietro di lei era stata fatta passare, senza spogliarla, una donna col velo. E cosa fa a questo punto la deputata? Torna indietro ai controlli a chiedere spiegazioni: perché a me sì e a lei no?!
Qui il racconto si fa meno credibile perché la risposta dell’addetta alla sicurezza non è stato “si allontani e si faccia i fatti suoi”, o “chi controllare lo decido io”, o ancora “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”, ma l’agente si sarebbe giustificata: “per motivi religiosi”.
Eccolo qui il razzismo all’incontrario, la maggioranza che diventa minoranza, la discriminazione!
E’ il mondo al contrario, avrebbe potuto chiosare un noto generale.
Ora, dal video (frame in copertina, ndr), la canotta non sembrava né particolarmente succinta, né trasparente o poco coprente, ma non saremo certo noi a tracciare un limite al pudore dell’onorevole. Quantomeno nel modo di vestire.
Ci viene soltanto in mente, malfidenti come siamo, che magari più che il suo corpo,  l’ex assessore avrebbe potuto voler coprire proprio la canotta. Magari  su di essa c’era un disegno, una scritta, qualcosa di particolarmente intimo o privato da non mostrare troppo in giro… potremmo fare un sondaggio tra i lettori: cosa potrebbe, ipoteticamente, nascondere sotto la giacca l’onorevole Donazzan?
a) un gagliardetto della RSI
b) il testo di faccetta nera
c) la leggendaria scritta, glitterata, “magrebini di m….
d) Una foto di Giovanni Coviello incorniciata in un cuore…