Assemblea Cgil contro mafia e corruzione, Grasso “Sembra quasi che non esistano più”

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PALERMO (ITALPRESS) – Un’azione coordinata tra politica e società civile per liberare dal giogo mafioso le aree più a rischio: questo il messaggio rilanciato alla seconda assemblea nazionale “Contro mafia e corruzione”, organizzata dalla Cgil al San Paolo Palace Hotel a Palermo. Il referendum dell’8-9 giugno in questo senso sarà un appuntamento cruciale per dare una scossa, affrontando con strumenti più definiti i temi del lavoro e della cittadinanza. All’evento ha preso parte, tra gli altri, l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso: in più sono stati diversi i rappresentanti del sindacato e del panorama politico-istituzionale che sono intervenuti per tracciare una strada comune contro il disagio sociale, soprattutto tra i giovani.
“Oggi si intrecciano i temi della lotta alla mafia e dei diritti – sottolinea Grasso -. Non si può pensare di combattere la mafia se non si risolvono i temi sociali ed economici di questa terra. Questa violenza è anche frutto del disagio e del malessere sociale: deve essere la politica ad affrontare i problemi dei giovani, non tanto con norme che aggravano le pene quanto affrontando le questioni e cercando di risolverle; serve un dialogo con la comunità, per far sì che i giovani possano essere incanalati non verso la violenza ma verso il senso del vivere insieme”. L’ex presidente del Senato lancia poi un allarme sulla minore attenzione nei confronti di Cosa nostra: “Non c’è dubbio che da tempo ormai non si parli più di mafia: è sparita dai media e dal centro dell’azione politico-amministrativa, sembra quasi che non esista più o quantomeno si vuole far passare quest’idea. Gli omicidi sono diminuiti moltissimo e si vuole dare l’impressione che la mafia si occupi sempre di più di affari, cercando di infiltrarsi nell’economia legale, negli appalti, nelle forniture e nelle concessioni utilizzando il denaro che viene dai vari traffici per entrare nell’economia”.
L’eccidio di sabato sera a Monreale è poi uno spunto per affrontare il tema della pervasività mafiosa in determinate aree: “Questa violenza – sottolinea Grasso – è frutto di un malessere delle periferie: questi ragazzi hanno come maestra di vita la strada anzichè la scuola, l’impegno, la società; sono pronti a reagire con la violenza a qualsiasi cosa. Oggi si muore per un pestone o una spinta, non si può che recriminare tutto questo: scuola, famiglia e comunità devono agire insieme per affrontare questi disagi giovanili, ognuno deve fare la sua parte nella lotta alla mafia, nell’educazione dei figli, nel comportarsi per il bene della comunità. Oggi c’è un individualismo sempre più sfrenato, con l’interesse a guardare il proprio e non pensare al bene comune: è il momento di stringersi tutti insieme per affrontare al meglio questo problema”.
– foto xd8 Italpress –
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