Animatori di comunità grazie all’8×1000

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Tra i progetti sostenuti dalla Diocesi di Vicenza grazie all’8×1000 anche quello che riguarda gli animatori di comunità. Un progetto, promosso dalla Pastorale Giovanile, da Caritas e da Noi Associazione, rivolto a dieci ragazzi dai 25 ai 35 anni disposti a impegnarsi per tre anni come animatori di comunità in dieci oratori del territorio diocesano.Dopo una prima fase di selezione e formazione, lo scorso settembre i giovani hanno iniziato a lavorare accanto alle comunità a cui sono stati assegnati con lo scopo di valorizzare la dimensione dell’oratorio come realtà educativa e culturale. La Diocesi, per questa iniziativa, stanzia 100mila euro l’anno provenienti dall’8×1000 per le opere caritative.Uno strumento che don Enrico Pajarin, direttore della Caritas Diocesana definisce «prezioso perché permette di finanziare progetti a favore della collettività, grazie ai cittadini che nella dichiarazione dei redditi firmano la scelta in favore della Chiesa Cattolica » .

Ai dieci ragazzi è stato offerto un rapporto lavorativo vero e proprio con l’associazione Diakonia Onlus (partner di Caritas) retribuito per 15 ore alla settimana. Quattro, invece,le zone della Diocesi in cui si trovano le dieci parrocchie protagoniste di questo progetto: Vicenza città, il Bassanese, l’Alto Vicentino e, infine, il Veronese.

«In questi primi mesi “sul campo” i dieci animatori si sono concentrati sull’ascolto della comunità che li accoglie. Ogni parrocchia ha caratteristiche e dinamiche proprie e di conseguenza c’è un percorso specifico da intraprendere – spiega Matteo Refosco, dell’ufficio della Pastorale Giovanile -. Il loro è un ruolo di coordinamento che non ha la pretesa di sostituirsi a qualcosa di già esistente.

E, infatti, la presenza dei dieci ragazzi è una sorta di stimolo per le altrettante realtà in cui stanno operando. In alcuni contesti sono già nate delle iniziative nuove volte a coinvolgere maggiormente tutta la comunità nella vita dell’oratorio». Un lavoro, però, che i giovani portano avanti in equipe incontrandosi periodicamente sia per dei momenti di formazione che per confrontarsi e condividere problematiche, punti di vista e proposte.

«Le parrocchie sembrano aver accolto bene la presenza dei ragazzi, che in qualche contesto sono già diventati dei punti di riferimento – prosegue -. Bisogna sottolineare, però, che uno dei loro obiettivi è anche quello di rompere certi equilibri interni. O meglio di far emergere quelle criticità, magari sempre taciute, al fine di trovare assieme una possibile soluzione ».

«Questo progetto è profondamente caratterizzato dallo stile Caritas e ne fa proprio il metodo: ascoltare, osservare e discernere per animare – dice don Enrico Pajarin -. Gli animatori di comunità, infatti, partono dall’ascolto degli adolescenti e dei giovani che frequentano l’oratorio scoprendone le gioie e le fatiche, assieme ai desideri e ai bisogni educativi. Conoscendo via via le varie agenzie educative del territorio, sia ecclesiali che civili, facilitano il dialogo e l’incontro, per giungere a condividere un progetto di animazione dell’oratorio e del quartiere. In tal modo, gli animatori di comunità sono portatori di quello spirito di servizio e condivisione che caratterizza il fare e l’essere Caritas, diffondendolo nelle nostre parrocchie».