Il ruolo del commercialista nel rapporto banca-impresa

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Il credito bancario continua a rappresentare la principale fonte di risorse finanziarie esterne delle PMI venete. Secondo l’ultima analisi 2018 di Banca d’Italia in Veneto, a fronte della modesta crescita dei prestiti alle aziende di maggiori dimensioni (0,5%) è proseguita la contrazione dei prestiti alle imprese con meno di 20 addetti (-1,6%).  I prestiti sono cresciuti nel manifatturiero (1,0%), e nei servizi (0,7%), mentre sono diminuiti nell’edilizia (-4,8%).

Di accesso al credito bancario si è parlato oggi pomeriggio a Thiene con gli interventi dei commercialisti Margherita Marin, Mauro Pesavento, Davide Rizzato, Alessia Danese della terza commissione per il controllo di gestione, pianificazione e analisi finanziaria dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Vicenza, Fabrizio Berti direttore dell’area crediti di Cassa Centrale Banca e del professore Federico Beltrame dell’Università Ca’ Foscari. Un convegno organizzato dall’ Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Vicenza, con la collaborazione di Banca Alto Vicentino Credito Cooperativo di Schio Pedemonte e Roana e di Cassa Centrale Banca.

Il rapporto banca-impresa è stato recentemente modificato dall’entrata in vigore del regime imposto da Basilea 3 che stabilisce requisiti patrimoniali più severi e una gestione del credito più prudente da parte delle banche. Questo impone alle imprese un’adeguata pianificazione finanziaria e un elevato livello di attenzione nei confronti dei fattori che influenzano il rating creditizio. Un altro aspetto riguarda il nuovo  principio contabile internazionale IFRS 9 che prevede già nel bilancio d’esercizio 2018 un’impostazione basata non solo sulle perdite di esercizio già verificatesi ma su quelle ipotizzabili in chiave prospettica. Questo genera conseguenze dal punto di vista contabile e “quantitativo”, che incideranno sul patrimonio netto contabile delle banche.

“La BCC Alto Vicentino come banca del territorio ha un forte radicamento e non dimentica la storia del cliente – ha dichiarato Maurizio Salomoni Rigon presidente di Banca Alto Vicentino Credito Cooperativo di Schio, Pedemonte e Roana – tuttavia rispetto al passato lo stesso deve programmare i propri investimenti e le proprie necessità finanziarie. Il primo passo che deve quindi fare un imprenditore oggi, con la collaborazione del suo commercialista e della banca, è provvedere alla stesura di un business plan che dimostri la sostenibilità dei progetti della sua azienda. In seconda battuta è indispensabile che l’azienda dimostri la capacità di gestire correttamente le risorse finanziarie che ha a disposizione e di programmarne la disponibilità nel tempo.”

“Oggi nelle imprese, anche in quelle più piccole, è necessario attivare un sistema di monitoraggio continuativo della gestione finanziaria – ha osservato Margherita Monti presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Vicenza – con un focus sulla gestione della liquidità, l’equilibrio della struttura patrimoniale e la sostenibilità finanziaria, ovvero la dinamica fonti-impieghi. Questo sia per ottimizzare il rapporto banca-impresa e la capacità di accesso al credito, sia per  diversificare le fonti finanziarie dell’impresa.”

Per migliorare il merito creditizio aziendale (rating obiettivo) i Commercialisti sono pronti ad effettuare il “rating advisory”: dalla diagnosi iniziale economico finanziaria dell’impresa  basata sui dati storici degli ultimi tre esercizi, alla programmazione aziendale in termini di gestione della tesoreria, budgeting ed elaborazione del piano industriale pluriennale, anche attraverso simulazioni multi-scenario.

Agli imprenditori e al management, in particolare delle PMI, oggi si chiede un cambio di passo culturale, nell’ambito del quale il piano industriale ed il processo di pianificazione economico – finanziaria assumono un ruolo centrale. Il dialogo banca-impresa è stato improntato dall’abitudine delle PMI di fornire alla Banca un set d’informazioni storico-quantitative, relegate tipicamente al solo bilancio di esercizio, che oggi non sono più sufficienti a garantire l’accesso al credito.

“Non si tratta di una analisi una tantum – conclude Margherita Montima di un monitoraggio periodico continuo da parte del professionista che assiste l’impresa anche nella predisposizione dei report periodici con i risultati delle attività di analisi e pianificazione, una reportistica che deve risultare tempestiva, esaustiva e rispettosa delle scadenze concordate con la banca.”

Oggi il merito creditizio di un’azienda è valutato anche apprezzando le prospettive future riflesse in un business plan in grado di rappresentare e far comprendere ai terzi finanziatori le caratteristiche proprie dell’attività aziendale, il contesto di mercato in cui l’impresa opera, le opportunità e minacce che lo contraddistinguono, condensate  in un piano economico-finanziario che riflette la capacità dell’azienda di generare in futuro flussi di reddito e di cassa adeguati, non solo a sostenere i fabbisogni della gestione operativa, ma anche a rispettare gli impegni contrattuali di rimborso con il sistema bancario.