Julian Assange incriminato negli Usa con 17 capi di accusa per aver diffuso notizie… vere

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Julian Assange come è ridotto oggi
Julian Assange come è ridotto oggi

E così gli Stati Uniti (la sedicente e osannata “più grande democrazia del mondo”) vogliono mettere a tacere definitivamente Julian Assange. La notizia, rimbalzata il 24 maggio su varie testate giornalistiche, sostanzialmente senza commenti critici (e figurarsi se si possono criticare gli USA) è questa (fonte ANSA)

Julian Assange e’ stato incriminato negli Stati Uniti. Nei confronti del fondatore di Wikileaks sono stati presentati 17 capi d’accusa sulla base dell’Espionage Act per avere cospirato per ottenere e pubblicato informazioni classificate.

Ma cosa ha fatto l’incriminato Assange di tanto odioso e criminale? Mah … ha diffuso notizie vere che aveva ottenuto. Notizie che dimostravano il cinismo e la brutalità di vari stati definiti democratici (tra i quali in primo luogo gli USA, UE e la NATO) nelle guerre e nelle azioni di chiaro stampo terroristico da questi scatenate.Notizie che aprivano (e aprono) uno squarcio sulle reali intenzioni imperiali delle varie “democrazie occidentali” (USA, UE e  Nato) che non esitano a massacrare intere popolazioni per il loro fini di egemonia e per la loro pretesa “esportazione della democrazia”.

Ebbene, Assange ha informato il mondo delle crudeltà e della violenza brutale delle azioni della “parte democratica del mondo”. Non ha venduto notizie al nemico, ha soltanto rese pubbliche e accessibili a tutti le notizie in suo possesso. E’ per questo che viene considerato un criminale. Per questo è stato arrestato. Per questo  viene perseguitato dalle “democrazie occidentali” o, come veniva definito l’insieme di queste nazioni durante la guerra fredda, dal “mondo libero”.

Democrazie, “nazioni libere”, che non esitano a scagliarsi contro i “dittatori”, come vengono definiti, con inqualificabile sudditanza, dai media che dovrebbero dare, invece, informazioni corretta.Sono “democrazie” che, in nome di una loro pretesa verità  (evidentemente) di origine divina, non perdono occasione di scagliarsi contro i “dittatori” o presunti tali (come vengono definiti con una inqualificabile sudditanza, da quegli organi di informazione che si fregiano di essere imparziali e di dare notizie vere).

E’ successo con Irak, Libia, Siria (e abbiamo visto cosa è stato scatenato in quei paesi), succede con l’Iran. Accade con il Venezuela dove la “più grande democrazia del mondo” appoggiata in maniera acritica dal resto del “mondo libero” ha scatenato un attacco contro il presidente regolarmente eletto Nicolas Maduro fomentando azioni di guerra, tentativi di colpo di stato “comandati” da un improbabile “presidente autoproclamato” (Juan Guaidó) da color stessi creato ad hoc, imponendo un embargo che strangola l’economia di quel paese (alla maniera degli assedi medioevali).

Ma loro, gli USA sono “democratici”. E “democraticamente” vogliono solo portare la guerra, la distruzione, la morte nei paesi che non si adeguano al loro “impero”. E vogliono che nessuno diffonda notizie che li metta in cattiva luce. Anche se le notizie che ha diffuso sono vere. Alla faccia della libertà e della democrazia.

P.S.: a proposito, nella mediocre (per non dire altro) campagna elettorale per le Europee, qualcuno dei “contendenti” ha detto qualcosa su questo fatto di chiara prevaricazione e di bavaglio verso chi diffonde notizie che sono vere ma “non gradite”?

Ah, si … i maggiori partiti (con quello di Salvini in testa) si sono affrettati a dichiarare che USA e i loro vari vassalli sono i nostri migliori alleati (o padroni?) e, naturalmente, si inchinano di fronte all’imperatore.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.