Startup “di merda”, il nuovo business sul web: spedire escrementi ai prepotenti

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startup merda
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Ci sono gli “assaggi di capra” – sei etti per 25 dollari – o le “delizie di pollo”. Ma anche gli spring roll di cavallo, 15 dollari, oppure il “pudding al cioccolato di vacca”, per finire con le più sofisticate “gocce di renna”. Ma no, non si tratta di prodotti commestibili, bensì di escrementi. Che si possono acquistare e spedire come dono, con tanto di gift card personalizzata, a qualcuno che ha commesso un’ingiustizia. L’azienda, che garantisce consegna in 3-5 giorni e un prodotto fresh and smelly, fresco e odoroso – si chiama I poop you, ha sede a San Francisco e consegna in tutti gli Stati Uniti pacchetti contenenti, letteralmente, merda di vari animali. Il sito suggerisce alcuni possibili destinatari: dall’amante alla suocera, dal vicino di casa alla banca che non ti concede il prestito, dal capo alla ex moglie. Perché farlo? Perché consegnare escrementi a volte è il modo migliore per convertire la rabbia in un’azione simbolica (e catartica), specie quando né il dialogo né la protesta hanno funzionato.

L’idea piace, se è vero che ci sono più startup che hanno scelto questo curioso business: Mailpoop.com, che spedisce escrementi di cane, ma anche Shiteexpress.com, che invia in tutto il mondo; e poi, ancora, c’è il più antico PoopSenders, nato nel 2010, il cui slogan è Always Fresh, Always Anonymous. Accetta pure soldi cash e permette di scegliere tra sterco di mucca, schifezza di elefante, cacca di gorilla e un Combo Pack, dal costo di 44,95 dollari, in cui le tre sono mischiate allegramente insieme.

I clienti sembrano essere soddisfatti: c’è chi racconta di aver goduto nel vedere la ragazzina con metà dell’esperienza passata avanti per un flirt col capo mentre apriva la scatola con merda sul desk. E chi ha potuto finalmente far capire al vicino di casa che non raccoglieva gli escrementi del suo cane che il suo barbaro agire non è passato inosservato. Ma spedire cacca a qualcuno è legale? Dipende dagli Stati, ma in generale lo è se resta nell’ambito dello scherzo, e dell’episodio isolato, mentre se fatto ripetutamente può diventare vera e propria intimidazione (e infatti, ad esempio, Ipoopyou.com spiega chiaramente che lo scopo non può essere la provocazione, lo stalking, l’umiliazione, il bullismo). Se non si arriva a questi estremi, l’idea è efficace e non è un caso che un editore per bambini, “Il Castoro”, abbia appena pubblicato un libro – scritto da Flavia Moretti e illustrato da Desideria Guicciardini – che si chiama Servizio Cacche per posta. Il protagonista è Teodoro, un bambino che inizia a mandare cacche di protesta quando scopre che due bulli gli hanno rubato la bici nuova. Teodoro – che ci tiene a distinguersi dagli hater – non vuole soldi e il suo obiettivo è solo quello di vendicare le ingiustizie.

Un’idea non violenta e ironica. Si potrebbe mettere in atto, ad esempio, contro le municipalizzate che non puliscono le strade o politici che trascurano il bene comune e l’ambiente. E la cui faccia di fronte al peculiare dono sarebbe, quella sì, un selfie perfetto.