Il 13 giugno, mentre attendevamo l’inizio dell’udienza del processo BPVi, in ritardo per un incidente stradale sull’A4 che ha complicato l’arrivo di molti degli interessati, ricordavamo a noi stessi come il 13 agosto 2010 cominciammo a scrivere in solitaria locale di quello che, poi, divenne il crac della Banca Popolare di Vicenza.
Il primo titolo fu “Fitch. Popolare di Vicenza declassata BBB+” seguito, ad esempio, il 21 ottobre 2011 da un nostro intervento su Radio 1 Rai “Azionisti attendono notizia su BPVi declassata“, il 17 giugno da un articolo che allora ci procurò nuove inimicizie ma oggi è più che attuale “Zonin & Zigliotto primattori, Variati e Zuccato di rincalzo” e, poi, via via da innumerevoli approfondimenti ignoti ad altri fogli locali, tipicamente osannanti alle gesta dei vertici di via Btg. Framarin, che racchiudemmo nel 2016 nel voluminoso libro raccolta “Vicenza. La città sbancata” giunto a tre edizioni e una ristampa.
Allora ci guidò la voglia di guardare dietro le verità di comodo anche se venivamo derisi, irrisi, penalizzati con la perdita di pubblicità e minacciati, anche per varie altre inchieste che “non s’hanno da fare“, con una serie record di denunce e richieste di danni che oggi non si contano più con due sole mani.
Ma questo, ci consolavano stamattina, ci ha fatto guadagnare un numero anch’esso record di lettori non solo sul tragico tema delle banche venete ma anche sulle le inchieste sul Cis, su Galan, sul project financing dell’ospedale di Santorso, sui metalli sotto la Valdastico, sulla Fondazione Roi, sui fondi regionali per la formazione, sul filone banche e annessi in Albania…
Da ieri, appena ci siamo ripresi a livello… organizzativo dalla mazzata del sequestro che ci ha donato la signorina Donazzan, infastidita dalle indagini anche della Procura di Venezia sui fondi della formazione di cui sopra, e dopo che tutti sono arrivati nell’aula bunker di Mestre abbiamo iniziato a seguire dal vivo le udienze del processo BPVi a Mestre (da settembre si dovrebbe tornare a Vicenza per ritrovarci anche Samuele Sorato che anche oggi, però, non ha presenziato all’udienza preliminare del suo processo stralciato per motivi di salute che, lo hanno fatto capire oggi, i pm Salvadori e Pipeschi hanno intenzione di verificare.
Se l’approccio al racconto dei fatti in divenire della BPVi fu da quel 13 agosto 2010 quello della fuga dalle veline e della raccolta e dell’approfondimento, invece, dei primi segnali di quello che, poi, si rivelò un cataclisma, i cui effetti ancora non si sono tutti capiti nella loro gravità, locale e di sistema, anche per la narrazione del processo volevano rifuggire dall’ovvio e, grazie alla comprensione del nostro obiettivo da parte del presidente del collegio giudicante Lorenzo Miazzi e delle sue due giudici a latere, Elena Garbo e Deborah De Stefano (di sotto la loro ordinanza* di autorizzazione a VicenzaPiù.com), da oggi abbiamo iniziato a riprendere integralmente le udienze per proporvele su VicenzaPiu.com, sul nostro canale YouTube e sulla nostra App VicenzaPiuTv.
Sotto lo sguardo attento degli imputati presenti. tra cui Zonin, Zigliotto, Giustini, Marin…, ieri sono stati interrogati come testimoni dai pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, oltre che dal presidente Miazzi e dai legali degli imputati e delle parti civili, per poco più di un’ora l’imprenditore dolciario Dario Loison, per una quarantina i minuti il fratello, l’orafo e immobiliarista Tranquillo Loison, entrambi, con i loro familiari “sommersi” da decine di milioni di euro di “baciate” (Tranquillo fino dal 2009), allora erano solo “finanziamenti finalizzati all’acquisto di azioni“, e un dirigente apicale della BPVi, Claudio Giacon con quest’ultimo impegnato in circa quattro ore a spiegare i meccanismi, le volontà e le pressioni dei vertici a prestare denaro da utilizzare per sottoscrivere azioni che, in questo modo, gonfiavano in maniera illecita il cosiddetto patrimonio di vigilanza della Banca.
Come tutti i debutti anche questo nostro nel proporre i video integrali apre con qualche intoppo tecnico (di luci insufficienti e di audio non perfetto), intoppo che risolveremo fin dalla prossima udienza, quella programmata per il prossimo 3 luglio.
Oggi partiamo con un qualche ritardo ma rispettiamo quanto ci siamo ripromessi: pubblicare le registrazioni suddivise per singolo testimone così che tutti possano vedere e ascoltare senza filtri quanto avviene in udienza.
A regime anticiperemo anche uno o più pezzi in tempo reale, cosa che oggi non siamo riusciti a fare per i predetti problemi, ma quei pezzi saranno essenzialmente di cronaca rinviando i nostri commenti, per separarli dai fatti, a dopo aver pubblicato tutti i video in modo che ognuno dei nostri lettori li possa condividere o meno in base a quanto avrà avuto modo di vedere e non solo in base alla semplice, a volte fallace, fiducia nel cronista.
In questo stessa nota c’è, quindi, il primo video, quello con Dario Loison, che ha testimoniato sui più di dieci milioni di baciate fatte sottoscrivere a lui, alla moglie e ai vecchi genitori. A seguire le rivelazioni di Claudio Giacon, direttore dell’area Veneto della BPVi, poi promosso a capo della direzione corporate, , che ha chiesto di non apparire in video, e, infine, la testimonianza di Tranquillo Loison.
Dopo la pubblicazione dei tre video faremo i vostri commenti da confrontare con i vostri che potrete inviarci anche a info@vipiu.it.
*Tribunale di Vicenza
Ordinanza ex art. 147 att. c.p.p.
Il Tribunale,
vista la richiesta degli operatori televisivi di riprendere in tutto o in parte il dibattimento;
sentite le parti;
ritenuto che sussiste un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento, come è dimostrato dal numero di persone offese, dal numero di parti civili, dal rilievo dato sinora al processo dalla stampa;
rilevato che le riprese audiovisive non possono, di per sè, arrecare pregiudizio al sereno e regolare svolgimento del processo, ma che queste devono effettuarsi nell’osservanza di precise limitazioni e modalità
AUTORIZZA
Le riprese audiovisive e le riprese fotografiche del dibattimento, con le seguenti modalità:
utilizzo di mezzi silenziosi;
divieto di accedere, durante il dibattimento, allo spazio compreso fra i banchi delle parti e il banco pretorio;
divieto della ripresa senza il loro consenso dei soggetti del processo, di cui al comma 3 dell’art. 147, e quindi: parti, testimoni, periti, consulenti tecnici, interpreti, altri soggetti che devono essere presenti; qualora venga negato il consenso, la ripresa dovrà avvenire in modo tale da non consentire il riconoscimento del soggetto stesso.
Vicenza-Mestre, 17.5.2019
Il Presidente