Copia e incolla bulgaro del GdV: tutti a Pazardzhik per le marmellate di… Asiago ma nessuno controlla data bond BPVi “graziati” da Zanettin

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Sul GdV obbligazioni postergate BPVi, marmellate bulgare di Asiago e la Banca Bassotti
Sul GdV obbligazioni postergate BPVi, marmellate bulgare di Asiago e la Banca Bassotti

Se c’è ancora chi si chiede il perché del crollo, al di là della sia pur generalizzata crisi della stampa, delle copie realmente vendute del quotidiano di proprietà di Confindustria Vicenza, che con le sue scelte associative e col sul GdV ha contribuito alla decrescita infelice di Vicenza, basterebbe sfogliarlo con occhio attento anche oggi (ma il test si può fare ogni giorno).

Ad esempio per soddisfare la curiosità indicibile, sullo stabilimento bulgaro Ecovita della Rigoni di Asiago, dei lettori residui e ancora in calo delle appena 26.839 copie vendute del GdV (quindi al netto di omaggi e promozioni) di cui solo 18.311 in edicola con le restanti coperte da 4.514 abbonamenti pagati (di cui molti, presumibilmente, tramite i canali confindustriali) e una poco significativa quota di 1.309 copie digitali, un collaboratore del quotidiano va in viaggio fino a Pazardzhik in Bulgaria pee confezionare (è il caso di dirlo visto che il tema è una ditta di confetture) un bell’articolo (“LA RETE DALLA BULGARIA A FOZA. A Pazardzhik la “cattedrale. Rigoni, l’unica a ciclo bio creato tutto in Europa“: 4 mila tonnellate di merce l’anno“), che, essendo firmato e per giunta dalla località bulgara, si darebbe per scontato che non sia un redazionale a pagamento.

A meno che “l’inviato dal direttore” non si sia nascosto in uno dei camion frigorifero che con la frutta bulgara lavorata e surgelata prendono la via di Foza “dove si trasformerà in Fiordifrutta”, i suoi colleghi, gli stessi che aspettano di conoscere qualcosa sul ventilato ennesimo cambio di direttore del GdV magari da noi visto che il loro editore fa il pesce in barile o la… marmellata in scatola, sperano, però, che,  almeno il viaggio sia stato pagato dall’azienda asiaghese.

Questo sarebbe in contrasto con un minimo di deontologica giornalistica, ma loro, riflettono, tra mini contratti da paradossali “collaboratori strategici” e retribuzioni da precariato diffuso e inaccettabile in una struttura come quella finanziata da confindustriali e non da poveri editori, fanno fatica a pagarsi anche le spese minime per fare dignitosamente il loro lavoro.

E, infatti, il collega che ieri ha messo in pagina, rigorosamente senza firma forse perché le aziende associate sono più importanti dei risparmiatori truffati da una banca nel cui Cda svettavano anche i vertici di Confindustria, l’articolo (“CRAC BPVI. Zanettin: «Ok al rimborso del prestito convertibile», non è riuscito a chiamare il deputato vicentino che sul suo Odg, approvato nel pomeriggio a favore di risparmiatori BPVi, ha inviato una nota prima delle 20.

Eppure, col nostro abbonamento flat da pochi euro, lo abbiamo fatto anche noi poveri editori cronisti di borgata, per intervistarlo direttamente e scrivere con cognizione di causa, senza fare un semplice e approssimativo copia e incolla, vista la delicatezza dell’argomento e le mille, tragiche illusioni che si possono generare grazie a un governo tipicamente ondivago.

Telefonare e intervistare è stato, quindi, un tutt’uno col verificare il refuso della nota in cui le obbligazioni (tra l’altro convertende e non convertibili, n.b.), ora grazie a Zanettin rimborsabili al 95% se il governo darà seguito all’approvazione del suo Odg con fatti legislativi, apparivano convertite il 25 ottobre 2015, errore, e non 2014, vero.

Se la mancata correzione non è dovuta alla mancata telefonata di verifica, beh, peggio, ci sarebbe da dire, perché potrebbe voler dire che il copiaincollatore del GdV aveva ancora in tastiera il titolo che Marino Smiderle, l’allievo di Ario Gervasutti, fece impaginare proprio nel 2015 al primo abbassamento di valore dei titoli: “ma vendere adesso (le azioni) non conviene“.

Per cui farsi convertire obbligazioni in azioni convertire a fine 2015 sarebbe stato l’ultimo dono della Banca Bassotti.

Alleluja, alleluja, aaaaalllelujjjaaaaa!!!