La rambla a campo Marzo, “un candidato” sindaco di Vicenza ci punta così: l’esercito usi il manganello, è criminale che i profughi a vent’anni non lavorino fino a sentenza…

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Campo Marzo è il mio impegno per Vicenza, è il patto che voglio fare con i vicentini ed è la ragione fondamentale per cui ho deciso di tenere la delega alla sicurezza. Bisogna fare delle cose molto concrete e fattibili. La prima presidio fisso di polizia, la seconda i militari rimangono almeno fino a tutto il 2019 e se c’è bisogno di usare il manganello devono usare il manganello“. Se non siete già corsi a vedere il breve video tratto dall’intervista a un candidato sindaco di Vicenza per il Tg di Rete Veneta del 20 aprile scorso e segnalatoci da un lettore qualche giorno fa di sicuro la attribuirete a un vero “destro” duro e puro e magari con qualche nostalgia per i manganelli di triste memoria.

 

Che so, Francesco Rucco che ha come alleato il nostalgico dichiarato Claudio Cicero e che, solo pochi giorni fa, è stato lapidato al grido, sottinteso quindi alla vicentina, di “fascista” dopo essere stato bollato come di “destra centro” perchè sulla vetrina della sua sede elettorale compariva la scritta “onore e disciplina”. No, lui non è, quella scritta l’ha rimossa e la frase di prima non l’ha pronunciata.

Se siete arrivati qui, allora, non fate ancora partire il video e scommettete con noi su “chi è?” dopo un altro indizio.

Il protagonista dell’intervista prosegue così: “È criminale che dei ragazzi di ventanni (gli stranieri fermati a campo Marzo per i reati tipici in quella zona, ndr) non lavorino. Questi, in attesa delle sentenze definitive, delle prime sentenze devono lavorare…».

Via, ora è chiaro o, almeno, la scelta si restringe fra solo tre candidati: Andrea Maroso di Siamo il Veneto, Franca Equizi di Grande Nord o Leonardo Bano di “No privilegi politici”, che questi stranieri sì che li manderebbero a lavorare. Peccato solo che loro almeno lo sanno che i richiedenti asilo non possono lavorare e, ammesso che potessero, sono consapevoli che nessuno gli darebbe lavoro in questo periodo per giunta rischiando di beccarsi un “prima i Vicentini!”.

Loro lo sanno e queste prime due frasi non le hanno dette.

Ma ora la soluzione, escluso per logica anche il candidato del Movimento 5 Stelle, Francesco Di Bartolo, che da avvocato conosce le leggi, “ostative” sia al manganello facile che al lavoro per chi non ha un permesso definitivo,  è facile indovinare l’intervistato visto che la cerchia si è ristretta a uno più qualcuno previsto ma ancora non annunciato, come il leader di Potere al Popolo o quello, forse, di Casa Pound, e poichè chiude così il suo intervento: “io ho portato l’esempio della Rambla di Barcellona, questa bella camminata attraverso i locali in cui si può stare il pomeriggio le famiglie ci possono lasciare i bambini che giocano, insomma ridare vita a Campo…”.

Ebbene sì a rincorrere la destra con i manganelli dell’esercito e con il lavoro, magari a favore delle finte cooperative che sfruttano i migranti, è l’illuminato Otello Dalla Rosa, che da buon uomo della moderna sinistra radical chic in effetti ama la Rambla, come, lo potete immaginare, tutti i lavoratori senza lavoro, sottopagati o solo sfruttati, vecchio humus della sinistra storica, ma da perfetto dem di questi tempi il consenso alle elezioni lo cerca rincorrendo il centro se non la destra peggiore.

Il 4 marzo insegna che il gioco non funziona più… visto che l’originale è sempre più apprezzato della copia.

Di seguito vi mostriamo il servizio completo di Rete Veneta perchè verifichiate voi stessi se la nostra estrapolazione sia corretta e non una semplice manipolazione che è lungi da noi che, sinceramente, la povera sinistra non la troviamo più!

Eppure non puntiamo ora alla “sinistra centro”, ma almeno a un dignitoso “centro sinistra”…