Due giovani deferiti per il danneggiamento della chiesa di Santorso

170
Danni a Santorso
Danni a Santorso

I militari della Stazione di Piovene Rocchette hanno deferito in s.l. per il reato di danneggiamento in concorso:

  • T., nato a Schio cl. 1992, pregiudicato;
  • A., nata a Thiene cl. 2002.

A carico dei prevenuti sono stati acquisiti concordanti indizi di reità in ordine al danneggiamento perpetrato il 17 maggio, a mezzo di vernice spray, della facciata principale della chiesa “Santa Maria Immacolata” di Santorso.

Le indagini sono scaturite dalla visione dei filmati delle telecamere vicine al luogo del reato, dalle quali si poteva vedere l’arrivo di un’autovettura, presumibilmente una VW Polo, che si aggirava in zona.

Dalla scarsa qualità dei filmati non si poteva rilevare le fattezze delle persone a bordo né tantomeno la targa del veicolo, ma lo stesso presentava delle particolarità: era sprovvisto di un copricerchio e aveva delle profilature nere degli sportelli molto particolari.

Nei giorni successivi i militari, durante i vari servizi di perlustrazione del territorio, avevano sempre posto attenzione alla ricerca del veicolo e finalmente, dopo diverse settimane, lo avevano trovato parcheggiato a Schio.

Fatti i dovuti accertamenti sulla targa, l’autovettura era risultata intestata a L.T.; a questo punto gli elementi raccolti erano sufficienti per ottenere un decreto di perquisizione domiciliare dalla Procura.

Nei giorni scorsi la Stazione di Piovene ha effettuato l’attività dapprima presso il domicilio formalmente dichiarato dal ragazzo, dove non è stato rinvenuto nulla di quanto ricercato, poi in un appartamento di proprietà del ramo paterno della famiglia di cui aveva l’effettiva disponibilità; i militari sono stati guidati verso questa seconda abitazione dal rinvenimento di un mazzo di chiavi durante la prima perquisizione.

All’interno della seconda casa, dietro un armadio, gli operanti sono finalmente riusciti a trovare lo stencil usato per effettuare il disegno sulla facciata della chiesa, nonché la stessa bomboletta spray.

Infine, condotto in caserma il ragazzo, tramite l’analisi delle conversazioni whatsapp archiviate sul suo cellulare si è riusciti a risalire alla sua complice, cioè L.A., in quanto nella chat i due soggetti si vantavano di ciò che avevano fatto riferendosi in maniera palese ai disegni sulla facciata della chiesa.

Che la paternità del reato sia riconducibile a L.T. e L.A. viene inoltre ulteriormente confermata dalla presenza di due lettere (A e T) a firma del “lavoro” fatto.