Pedemontana, opposizione all’attacco di Zaia dopo nuovo sequestro della galleria di Malo

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Pedemontana cartina Spv
Pedemontana cartina Spv

“Il nuovo sequestro nel cantiere della galleria di Malo è la conferma di come la Pedemontana sia un’opera nata male e andata avanti nel peggiore dei modi”. Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico e la collega della Lista Amp Cristina Guarda commentano così la decisione della Procura della Repubblica di Vicenza di bloccare il tratto, lungo sei chilometri, con l’ipotesi di reato di frode nella esecuzione dell’opera, a danno della Regione, per utilizzo di materiali non marchiati CE e miscele di calcestruzzo diverse da quelle previste dagli elaborati progettuali.

“È del tutto sbagliato quanto afferma la nota della Giunta, sul fatto che lo stop non andrà a inficiare la tempistica del lavori. Una dichiarazione irresponsabile, devono essere fatti controlli su tutto il tracciato, su ogni ponte e su tutte le opere in calcestruzzo, cavalcavia, trincee, solettoni, terrapieni, pilastri sia nel Vicentino che nel Trevigiano. Quali verifiche sono state fatte finora? Non possiamo mettere a rischio la sicurezza dei cittadini e trovo sconcertante che ad accorgersi di questo sia la magistratura penale! La Regione sul fronte dei controlli cosa ha fatto fin qui? Sulla galleria del Malo pendono già due sequestri, la cui soluzione non è ancora in via di definizione, andare avanti come se niente fosse accaduto è da irresponsabili”.


«Dopo lo scioccante comunicato stampa della Giunta regionale, che ieri ci ha informati del terzo sequestro del cantiere della galleria di Malo lungo il percorso della futura Strada Pedemontana Veneta, riteniamo che si debba subito fare chiarezza rispetto ai materiali utilizzati in tutti i cantieri dell’opera. Si tratta secondo noi di una forma di precauzione minima, a garanzia dei lavoratori e dei futuri fruitori, per questo abbiamo depositato un’interrogazione chiedendo alla Giunta regionale quali interventi intenda mettere in campo». Così i consiglieri regionali Cristina Guarda (Lista AMP), Patrizia Bartelle (Italia In Comune) e Piero Ruzzante (Liberi E Uguali), che nella giornata di oggi hanno depositato assieme ad Andrea Zanoni (Partito Democratico) un’interrogazione dal titolo “Frode Pedemontana: quali interventi della Giunta regionale”.

Ricordando che proprio nel cantiere della galleria di Malo è avvenuto uno dei due infortuni mortali sul lavoro che già purtroppo si sono verificati nell’ambito della SPV, i consiglieri chiedono di sapere “1) Se rispetto ai fatti di cui alla nota della Struttura di progetto Pedemontana – recita l’interrogazione – la Giunta regionale ha o meno intenzione di attivare autonomi approfondimenti nell’ottica di azionare rimedi contrattuali previsti dalla legge e dal terzo atto convenzionale; 2) Se abbia o meno intenzione di costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale per i fatti di cui al sequestro ordinato dalla magistratura e di cui in premessa, nonché negli altri procedimenti attivati ivi incluso quello afferente all’incidente mortale avvenuto nell’aprile del 2016 nel cantiere di San Tomio di Malo; 3) Se, anche a garanzia dei lavoratori e dei cittadini futuri fruitori, abbia o meno intenzione di attivare specifiche verifiche su tutti i cantieri al fine di verificare che sui i materiali utilizzati sia presente la marcatura CE e che gli stessi siano rispondenti agli elaborati progettuali”.


“Apprendiamo la notizia del terzo sequestro del cantiere della Galleria di Malo, sulla superstrada Pedemontana veneta, e ci chiediamo: perché la Regione non si indigna nei confronti di chi ha realizzato in modo non conforme questo tunnel, che costerà circa un miliardo di euro”? Questo il commento del Gruppo consiliare M5S Veneto, in merito alla vicenda che sta coinvolgendo l’ipotesi di reato sollevato dalla Procura di Vicenza che parla di frode nell’esecuzione della struttura, a danno della Regione Veneto. “Ormai non è più una battuta sarcastica – proseguono gli esponenti M5S in Regione Veneto – ogni giorno assistiamo ad una vicenda attorno a quest’opera che perde acqua da tutte le parti. Ricordiamo come solo recentemente ci siano state delle forti perplessità per quel che concerne l’interconnessione con l’autostrada A4 a Montecchio Maggiore, come ampi tratti siano stati sommersi dall’acqua durante le piogge del maggio scorso, poi i continui rinvenimenti di rifiuti o la palazzina servizi della superstrada realizzata abusivamente a Rosà. Sono tutti tasselli che dimostrano come la gestione Lega delle infrastrutture sia fallimentare. Un’opera progettata 25 anni or sono sta facendo emergere l’incapacità di portare avanti le opere da chi governa questa regione da decenni. Il tutto è frutto del non rispetto dell’ambiente e del dialogo con i territori, ma soprattutto di una visione di sviluppo vecchia di 25 anni, un quarto di secolo. Invitiamo il Presidente Luca Zaia, se ci tiene ancora a tutelare l’immagine dei veneti, a prendere una posizione ferrea nei confronti di chi ha causato un danno enorme alla nostra Regione, invece di querelare chi denuncia situazioni di criticità ambientale”