Il Giornale di Vicenza ha pubblicato due articoli, ben documentati, nei giorni 6 e 7 luglio 2019; essi parlano del terzo sequestro del cantiere della galleria di 6 km del Lotto Malo – Cornedo della Pedemontana Veneta (S.P.V.). I primi due erano avvenuti nel 2016 e nel 2017, il primo per la morte di un lavoratore, il secondo per crolli di tratti di scavo, quindi entrambi per fatti estremamente gravi. Come sono molto gravi quelli che riguardano il presente Terzo Sequestro.
La Procura della Repubblica di Vicenza ha iscritto nel “Registro degli Indagati” quattro figure apicali, per frode in pubbliche forniture, sostenendo che vari materiali impiegati nelle lavorazioni non sarebbero idonei al compito prescritto nei progetti. Questo emerge da
dichiarazioni virgolettate degli stessi Tecnici, i cui colloqui telefonici sono stati intercettati. Le figure coinvolte hanno vari tipi di responsabilità nella conduzione del cantiere, per nome e per conto delle Imprese Appaltanti o per nome e per conto della Committenza.
Si tratta di:
– Direttore tecnico di cantiere;
– Responsabile Lotto 1;
– Direttore tecnico della Concessionaria SPV Spa;
– Direttore dei lavori della SPV, per conto del “Consorzio SIS” a cui sono stati affidati i
lavori della Pedemontana.
Solo per fare capire la gravità della situazione riporto, per comodità di chi mi legge, i titoli virgolettati dei due articoli (6-7 luglio). Il primo: “Gli operai dicono che qui viene giù tutto” il secondo: “Agivano mossi da interesse spregiudicato”. Invito naturalmente i miei concittadini a leggere i due interessanti articoli. Davanti a tale presa di posizione della Magistratura uno si aspetterebbe una pausa di rispettoso silenzio, affinché essa possa compiere le proprie
ricerche e valutazioni e giungere il prima possibile alle conclusioni.
Non è così, si noti che il giorno 9 luglio u.s., la Fillea CGIL ha indetto di tutta fretta un’Assemblea, riunendo nella sede di via Vaccari i “150 addetti” del cantiere della galleria. La motivazione adottata è il solito ritornello a cui da tempo ci ha abituato la Fillea Vicentina, che si è fatta primo promotore coinvolgendo al seguito le categorie parallele di Cisl e Uil. Il ritornello è: “Difesa intransigente dei posti di lavoro”; difesa doverosa e legittima per compiti istituzionali sindacali e fin qui va bene! C’è da notare però che forse ci sono altre motivazioni, perché il giorno precedente 8 luglio u.s., il Sindacato e le Imprese avevano già raggiunto un accordo onorevole sulla tutela dei posti di lavoro, dirottandone la maggioranza su altri cantieri della SPV; quindi la cosa era già sostanzialmente risolta e poteva concludersi lì. Allora cosa spinge la Fillea a tale fretta ed a intersecare il dispiegarsi dell’attività investigativa della Procura?
La Fillea dice di aver incaricato un proprio responsabile, non si sa quali titoli e quali qualifiche possegga, a seguire il cantiere della Pedemontana e dichiara di poter fornire ampie assicurazioni sul rispetto continuo delle modalità previste per garantire la sicurezza dei lavoratori, spingendosi fino a dire che il Sindacato ha previsto per questo cantiere addirittura un’azione giornaliera di controllo. Forse tale azione è carente, perché nonostante questa attenzione si è arrivati a ben tre sequestri. Ma quello che trovo particolarmente disdicevole, scorretto ed equivoco è avere chiesto ai “150 convocati” in Via Vaccari se avessero dichiarato di “aver avuto paura di entrare nella galleria”.
I centocinquanta, l’avrei fatto anch’io, hanno detto “mai avuto paura di entrare in quella galleria” ma, allora, sembra che per la Fillea Vicentina la Magistratura vada “in cerca di farfalle” e sembra che la Fillea voglia impropriamente sostituirsi ad essa, interrogando autonomamente gli addetti. Io credo, invece che questo inquietante comportamento abbia due motivazioni:
1. Fornire un “assist” ai quattro indagati e al Consorzio SIS” che infatti, anche per questo
hanno tempestivamente fatto ricorso al riesame e chiesto il dissequestro del Lotto.
2. Non entrare ancora una volta nel merito di un’opera con forti problematicità e peso che
trasferisce e trasferirà su tutti i cittadini vicentini e Veneti che pagano già gli altissimi
costi di realizzazione, che pagheranno l’uso (16 euro circa per 94,5 km di percorso)
che pagheranno i costi di gestione e manutenzione; un bel peso non vi sembra?
Se questa è un’anticipazione dell’Autonomia Veneta, su di essa mi sorgono molti dubbi e preoccupazioni. Il Sindacato, a suo tempo, si limitò a dire che la Pedemontana era ormai quasi conclusa e dunque cosa possiamo fare? Completiamola! Si poteva anche però, trattare una modifica. In quel caso non ci fu fretta ma questo è un discorso da rinviare ad altra occasione. Ma il primo punto è particolarmente intrigante e non vorrei essere spinto a pensare a scorretti inciuci, spero veramente che non sia così, per tutti noi e per il futuro dei nostri figli.
Ad onore del vero, nell’articolo del 9 luglio, la Segreteria Provinciale Vicentina ed il Segretario Regionale della CGIL Veneta, hanno prudentemente e intelligentemente cercato di correggere la posizione della Fillea, invitando a verificare i materiali ed individuare precise responsabilità.
Aggiungo e suggerisco che essi chiedano con urgenza prove tecniche sui materiali e di carico a campione, per la verifica statica delle strutture lungo tutti i 6 km della galleria, per la sicurezza delle maestranze e per quella di noi cittadini.
Perciò, auspico che le Segreterie provinciali prendano in mano la situazione e riportino nel
giusto alveo la posizione del Sindacato per riaffermare il suo importante ruolo, che ha e deve sapersi costruire con impegno continuo e con creatività per contribuire, per quanto di competenza, a realizzare il bene del Paese.
Giuseppe Secone