Il Movimento Italia Sociale Vicenza, a pochi giorni dagli ultimi fatti di cronaca relativi a Campo Marzo, torna sull’argomento per mettere in luce una aspetto particolarmente inquietante legato a spaccio e consumo di droga nel parco cittadino. “La nostra ennesima denuncia della intollerabile condizione di degrado ed illegalità che investe Campo Marzo – spiega il responsabile cittadino, Gian Luca Deghenghi – prende spunto dal grido di allarme pervenutoci dalla famiglia di una studentessa vicentina”.“La ragazza – prosegue Deghenghi -, come ci ha riferito la madre, nell’attraversare il parco è stata testimone di un episodio di consumo di stupefacenti da parte di una giovanissima, assistita nel rituale del buco da un’adulta, probabilmente una tra i vari tossici abituali che si muovono nell’area. La ragazza intenta all’assunzione della dose, fatto gravissimo, era poco più che adolescente ed era in compagnia di una coetanea, presumibilmente in attesa dello stesso trattamento, entrambe con zainetto scolastico al seguito.
Due studentesse, dunque, tra le centinaia che frequentano giornalmente la zona stazione e viale Roma, crocevia obbligato per quanti raggiungono gli istituti scolastici cittadini con i mezzi pubblici.
La nostra involontaria testimone, nel riferire del grave ed allarmante episodio, ha aggiunto di essere stata più volte, nel tempo, avvicinata dai noti soggetti dediti allo smercio di droga, le cui intenzioni si possono facilmente intuire.
La presenza costante a Campo Marzo di un vero e proprio mercato di stupefacenti a cielo aperto costituisce una continua e pericolosa insidia per tutti gli studenti che si ritrovano quotidianamente a contatto con l’attività di spaccio ed esposti agli approcci degli spacciatori.
Che la situazione possa produrre, tra i ragazzi, un rapido aumento del consumo di stupefacenti, specie di droghe pesanti, è ipotesi da tenere in attenta considerazione.
Chiederemo, dunque, all’amministrazione ed alla questura di intervenire sulla situazione, almeno nei momenti caldi per il passaggio degli studenti, al fine di garantirne la sicurezza, per allontanare gli spacciatori e per segnalare tempestivamente alle famiglie eventuali episodi di acquisto o consumo da parte dei giovani.
Non è tollerabile che i genitori dei ragazzi, già preoccupati per i pericoli di una città sempre meno sicura, vivano nell’angoscia di sapere che la trappola della droga aspetta i loro figli nel tragitto tra casa e scuola.”