Pastorale giovanile: il segreto è “fare rete”

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«La pastorale giovanile non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un camminare insieme» scrive Papa Francesco. Ed è proprio questa una delle grandi sfide da cogliere secondo Roberta Gonzo, 31 anni, referente della commissione della pastorale giovanile del vicariato di Bassano del Grappa. «È fondamentale che tutte le realtà e le associazioni giovanili delle parrocchie facciano rete tra loro e lavorino assieme. Far incontrare gruppi diversi e far in modo che condividano visioni, idee e progetti sta diventando una necessità. Nel periodo di preparazione al Sinodo dell’ottobre 2018, inoltre, il vicariato di Bassano ha collaborato con altri due vicariati “vicini” ed è stata un’esperienza preziosa che ha arricchito chi ne ha fatto parte. Potrebbe essere anche questa, quindi, una delle direzioni da intraprendere in un’ottica di “cammino insieme”. Altrettanto importante è cercare di capire i bisogni delle realtà giovanili che animano le comunità, e la pastorale giovanile può avere un ruolo cruciale».

Per Roberta, però, un altro dei nodi su cui è necessario agire riguarda le modalità con cui si intercettano i giovani. «Come pastorale dovremmo iniziare a trattare in maniera approfondita tematiche di stampo più sociale, su argomenti più vicini alla vita di tutti i giorni. I momenti di fede e preghiera devono continuare a scandire il nostro percorso, ma non devono essere preponderanti. Solo così possiamo arrivare a rivolgerci ai giovani nella loro totalità, senza escludere chi è lontano dall’ambiente cattolico».

Della stessa idea è Leonardo Polloniato, 27 anni di Marostica e membro dell’equipe sinodale diocesana, che crede che «serva una pastorale giovanile di strada. Si avverte la necessità di instaurare relazioni con realtà giovanili estranee al mondo della Chiesa. Questo è importante per non correre il rischio di diventare autoreferenziali e restare “fuori” dalla realtà di una comunità. Dal punto di vista diocesano è già stato intrapreso un percorso del genere, ma c’è ancora molta strada da fare». Secondo il punto di vista di Leonardo, inoltre, alla pastorale giovanile spetta anche il difficile compito di «far partecipare i giovani alla liturgia.I ragazzi faticano a capire il significato della celebrazione liturgica. Si dovrebbe pensare a degli strumenti per rendere questa comprensione più semplice e diretta».