«Questo è uno scandalo… comico»: con la sua abituale e graffiante sintesi così un nostro caro collega definisce la nuova trovata della giunta che amministra (?) Vicenza: Radio Rucco. Noi preciseremmo solo scandalo comico “consono” a Vicenza.
Per correttezza abbiamo chiesto un parere al riguardo all’Ordine dei Giornalisti del Veneto per l’amore ossessivo che abbiamo per la libertà di stampa e per il disprezzo corrispondente per ogni tipo di informazione di regime ma forse anche per “tutelare” le professionalissime colleghe dell’Uffico stampa del Comune che nel loro ruolo, comunque, rispondono alla deontologia professionale e che sarebbero coinvolte nell’iniziativa.
Per inciso e per dovuta chiarezza diciamo che se Radio Rucco fosse stata ideata sotto i pieni poteri di qualcuno non avremmo esitata a definirla degna di Radio Balilla dell’era del MinCulPop (dall’Enciclopedia Treccani di certo non edita da partiti o istituzioni pubbliche: Minculpop Nell’Italia fascista, e soprattutto nel periodo della Repubblica sociale italiana, denominazione abbreviata di ministero della Cultura popolare, per designare in senso dispregiativo per assonanza con un verbo triviale la propaganda fascista).
Nell’attesa facciamo delle nostre osservazioni su alcuni passaggi “dell’avviso pubblico pubblicato da palazzo Trissino per avviare un nuovo progetto di comunicazione” come ci ha raccontato oggi il GdV, l’organo di stampa degli industriali di Vicenza
La prima domanda è tecnica e dovrebbero essersela posta i colleghi dell’Ufficio stampa e il Portavoce del sindaco, tutti iscritti all’Ordine dei Giornalisti se, come sembra, saranno coinvolti nell’iniziativa, così come se la dovranno porre i colleghi della radio prescelta o, almeno, il direttore responsabile della sua area di informazione giornalistica, se esistente.
Rucco e soci cercano per Radio Rucco «operatori (emittenti) radiofonici… per la messa in onda non esclusiva, totalmente gratuita e senza alcun onere a carico dell’amministrazione comunale dei notiziari» che saranno «prodotti dal Comune attraverso il proprio ufficio stampa… elaborati ad esclusiva responsabilità e discrezione dell’amministrazione comunale».
Come si concilia, ecco la domanda tecnica, di fatto rivolta anche all’OdG del Veneto, questo “statement” con le leggi sulla stampa visto che la condizione posta è che l’emittente dovrà «fungere, con assunzione di ogni conseguente responsabilità, nessuna esclusa, da editore giornalistico”, mentre “il direttore responsabile del notiziario sarà individuato all’interno dell’ufficio stampa del Comune».?
Esemplifichiamo per i “non giornalisti”: se una testata giornalistica (e la radio cercata per ospitare il servizio deve esserlo), diciamo VicenzaPiu.com o VicenzaPiu.Tv, di cui io sono direttore responsabile, ospita una rubrica altrui, chi la firma ne è responsabile ma io, da direttore di testata, ne sono ugualmente, se non di più, responsabile legalmente e deontologicamente.
Quale direttore di una testata giornalistica e quale suo editore accetterebbe, quindi, ragionevolmente di assumersi giuridicamente e deontologicamente la responsabilità di notiziari altrui visto che, se qualcuno si ritenesse danneggiato o anche solo diffamato da contenuti dei notiziari comunali (di tutti gli assessori e di tutti i consiglieri, anche quelli di minoranza?) potrebbe rivalersi addirittura non contro il firmatario della rubrica ma anche solo contro il direttore della testata giornalistica (lo dico per legge e per averlo provato personalmente)?
Il suddetto direttore, per giunta, nulla potrebbe aver controllato prima della messa in onda (pubblicazione) visto che si impegnerebbe a diffondere notiziari con contenuti elaborati ad esclusiva «discrezione dell’amministrazione comunale».
Ad abundantiam sappia il lettore che, anche se venisse chiamato in causa il firmatario dei notiziari, il direttore della testata (Radio Rucco per semplicità) ne sarebbe sempre responsabile e sarebbe perseguibile per «omesso controllo», controllo che deciderebbe scientemente di omettere a priori e per contratto e, quindi, con dolo non opponibile se fosse chiamato a risponderne.
La seconda domanda è sul concetto stesso di libertà di stampa che ricordiamo che si basa sull’articolo 21 della Costituzione italiana dedicato alla libertà di manifestazione del pensiero: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
Ebbene la trasmissione su radio Rucco, leggiamo sempre sul GdV, sarà concessa «a condizione che la linea editoriale e i palinsesti risultino consoni con la trasmissione di comunicazione istituzionale, a totale ed assoluta discrezione dell’amministrazione comunale» per cui «non basta dunque dedicare uno spazio, ma è necessario che la linea editoriale passi l’esame di palazzo Trissino».
Quale direttore di una testata giornalistica e quale suo editore, ecco la domanda che abbiamo posto implicitamente anche all’OdG, potrebbero ammettere a priori che la loro «linea editoriale e i palinsesti» sono già «consoni con la trasmissione di comunicazione istituzionale» o, peggio, nel caso non lo fossero, potrebbero impegnarsi a renderli «consoni» pur di passare «l’esame di palazzo Trissino»?
Sarebbe, per esemplificare, come se un arbitro che deve fischiare liberamente ammettesse da prima della partita che già lo fa da sempre a favore del club potente di turno (in Italia ce n’è uno, in politica, per ora e per fortuna, almeno cambiano ogni tanto…) o come se, nel caso non avesse sempre deciso a suo favore, di cominciare a farlo da subito e telecomandato.
Sarebbe, quindi, un arbitro disposto a farsi urlare subito venduto e per giunta, in questo caso, gratis!