Due articoli oggi – scrivono nella nota che pubblichiamo Matilde Cortese, Massimo M. Follesa ed Elvio Gatto portavoce CoVePA – mettono il luce due aspetti che riguardano la concessione di A4 e in correlazione a questa la vicenda del casello della SPV nell’innesto con la A4-TAV a Montecchio Maggiore. Il Tempo di oggi e VicenzaToday chiariscono che “la Procura della Corte dei conti del Lazio ha chiuso le indagini sull’illegittima proroga della concessione delle autostrade A4 (da Brescia a Padova) e A31 Valdastico (da Rovigo a Piavene Rocchette), partite dall’esposto di settembre 2015 presentato dal senatore di Forza Italia Lucio Malan”.
In particolare Marco Milioni sottolinea che “La Corte dei conti di Roma chiede un risarcimento colossale agli ex vertici di Anas pari a 600 milioni di euro per avere inopinatamente rinnovato la concessione alla Società autostradale Brescia Padova senza che il privato si impegnasse, come prevedevano gli accordi con Anas e governo, a realizzare la continuazione della Valdastico nord nel tratto tra la provincia di Vicenza e quella di Trento. L’indiscrezione era circolata ieri al Ministero dei trasporti mentre oggi è la testata Il Tempo a darla per certa tanto da meritare la prima pagina.“
A noi del CoVePA sorge una domanda un po’ retorica, che riguarda la Pedemontana Veneta: se saltasse la concessione A4-A31 chi paga, chi progetta e chi realizza i?
Questione che rimandiamo ai sostenitori delle grandi opere e del cantiere più grande del mondo di Zaia, in particolare a Vescovi di Confindustria Vicenza, che si lamentava del calo di 4 punti nella produttività dell’ultimo anno. Ci rivolgiamo anche agli artigiani che hanno molto da perdere e non capiscono che è necessario riconvertire il progetto e la costruzione della Pedemontana Veneta, immaginando un ammodernamento dell’attuale infrastruttura. Con realismo pragmatico va compreso che questa va riconvertita per realizzare un sistema moderno, connesso, integrato, più sicuro, che tenga conto degli impatti sociali, territoriali e ambientali dell’opera.
È ovvio che vi debba essere una presa d’atto di ciò da parte delle categorie economiche e politiche, soprattutto dei loro vertici che a Vicenza credono molto nell’autostrabismo automobilistico e ferroviario. A noi la risposta è chiarissima e molto concreta: non vedremo a breve alcun casello nuovo a Montecchio Maggiore, e serve un bagno di realtà. Perché è un fatto che di solito l’innesto di una infrastruttura nuova in una esistente, vedi SPV-A31, lo progetta, finanzia e realizza chi entra nel gioco per ultimo e ha i maggiori interessi. C’è da chiedersi anche ma cosa cavolo hanno finanziato con i projectbond? Ma SIS sta veramente costruendo la Superpedeveneta col buso?
Matilde Cortese Massimo M. Follesa Elvio Gatto portavoce CoVePA