Precari nidi e materne del Comune di Vicenza, Maria Teresa Turetta (CUB PI): “il ricorso approda in appello a Venezia, ma l’udienza viene rinviata all’8 novembre 2018”

138

Avevamo già ipotizzato un nesso tra la procedura di stabilizzazione dei precari del settore nidi e materne, annunciata nei giorni scorsi da Achille Variati, e la data dell’udienza in appello di ieri, giovedì 12 aprile sul ricorso di 20 precari storici del Comune di Vicenza. Ieri abbiamo avuto la conferma di ciò. In effetti il Collegio della Corte d’appello di Venezia, presieduto dal dottor Luigi Perina, nel corso dell’udienza di secondo grado, rivolgendosi all’avvocato del Comune di Vicenza ha sottolineato “la complessità della situazione“. Quest’ultimo ha quindi chiesto un rinvio dell’udienza, in quanto il Comune di Vicenza starebbe per avviare una procedura di stabilizzazione del personale precario che “sanerebbe” la posizione di almeno cinque delle venti ricorrenti.

Una dichiarazione di buone intenzioni che, implicitamente, è un’ammissione di colpa. Una richiesta cui il nostro avvocato – Edoardo Bortolotto del foro di Vicenza – ha risposto facendo notare l’irritualità della richiesta di rinvio e chiedendo comunque certezza del percorso e dei requisiti di stabilizzazione per tutti i ricorrenti.

Se non altro con questa mossa l’attuale giunta, oramai arrivata a scadenza, è riuscita a procrastinare una decisione che avrebbe potuto determinare una figuraccia proprio in campagna elettorale.

La conferma di una condanna di questa portata (400 mila euro l’indennizzo previsto dal giudice in primo grado di Vicenza nel dicembre 2016 da distribuire a venti precari storici del settore educativo scolastico) non sarebbe sostenibile a livello d’immagine da nessuna amministrazione, pertanto è convenuto al Comune di Vicenza cospargersi il capo di cenere, chiedere il rinvio dell’udienza e dimostrarsi collaborativo con la stabilizzazione di almeno una parte dei precari storici: e tutto questo al prezzo, per le lavoratrici, di veder ancora posticipata, a distanza di sette anni della presentazione del ricorso (dicembre 2011), una decisione che attendono con comprensibile impazienza.

La Corte d’Appello di Venezia ha concesso il rinvio all’8 novembre 2018 con un termine per ulteriori memorie al Comune per ribattere alla comparsa presentata dal nostro difensore. La stabilizzazione del personale precario a questo punto è oramai un percorso obbligato per il comune di Vicenza, alla luce del rischio di causa e di dover sopportare ulteriori gravi spese.

Ed è altrettanto palese che la pesante condanna del Comune di Vicenza in primo grado non offre molte scappatoie: vigileremo che la ventilata procedura di stabilizzazione del personale precario non sia solo un escamotage nel tentativo di prendere tempo di fronte ai Giudici o, peggio, voler dimostrare un intento conciliativo, poi inesistente alla prova dei fatti. La somma che spetta ai venti precari quale risarcimento del danno deciso in primo grado (400 mila euro) rimane ancora pignorata.

Maria Teresa Turetta, CUB Pubblico Impiego Vicenza