Legge regionale n. 39 del 2017, Comitato regionale inquilini Case popolari: no al gravissimo attacco al diritto alla casa sferrato nel Veneto

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Inquilini contro Legge regionale n.39/2017
Inquilini contro Legge regionale n.39/2017

La legge regionale n.39/2017 , scrive nella nota che pubblichiamo il Comitato regionale inquilini Case popolarisezione di Vicenzaè una legge iniqua e ingiusta, con la quale la Giunta si propone di fare cassa, mettendo a rischio di sfratto migliaia di anziani e cittadini poveri.

Questa legge, infatti, con la scusa di colpire i “furbetti” o di mettere ordine nel comparto ERP (Edilizia Economica e Residenziale), colpisce quasi l’80%degli assegnatari degli alloggi pubblici, con aumenti che arrivano fino al 400% rispetto al canone precedente.

Molti degli assegnatari sono lavoratori ancora dipendenti o pensionati anche di 80 o 90 anni, che hanno lavorato onestamente tutta la vita e che pagano da 20-30-40 anni una casa popolare avuta a fatica.

Tanti, dopo una vita di lavoro, sono riusciti a mettere qualche soldo da parte per la badante o magari per far svolgere finalmente qualche lavoro nella casa popolare in affitto, perché l’ATER non fa manutenzione.

Ora con la legge regionale n.39/2017 su quasi tutti si abbatte la mannaia dello sfratto o dell’aumento del canone.

La nuova legge prevede che nel calcolo dell’affitto e per mantenere il diritto all’alloggio vengano compresi i risparmi di una vita di lavoro (comprese le pensioni di reversibilità) o il reddito di qualche figlio provvisoriamente presente in casa

La conseguenza è stata quasi sempre o l’aumento del canone o l’avviso di sfratto.

Se la Giunta è preoccupata per i “furbetti” (che sono solo qualche decina su 42.000 assegnatari nel Veneto), ha altre vie per colpirli. A quanto pare, però, il fine della Giunta è soprattutto quello di bastonare i ceti popolari con aumenti insostenibili degli affitti e di sferrare un attacco violento a salari e pensioni.

Scendendo nel dettaglio, se il vecchio canone di affitto di 25 euro viene aumentato a 40 euro minimo, con la prospettiva di ulteriori aumenti, a chi ha una pensione minima di invalidità (285 euro al mese) o di vecchiaia senza contributi (una casalinga con 448 euro al mese), vi aspettate che stappiamo lo champagne?

Chiediamo

il ritiro immediato della legge o comunque una moratoria sugli aumenti degli affitti e la sospensione di eventuali decadenze finchè non si sia fatta chiarezza su una situazione che sta provocando ovunque profonda inquietudine e rabbia, mentre al contrario non affronta per niente i problemi della precarietà abitativa a Vicenza e nel Veneto.

Nella foto la 2° assemblea degli inquilini delle case popolari 8ATER e AMCPS) svoltasi in viale Giorgione a San Pio X a Vicenza giovedì 5 settembre.

sede via Alberto Mario, 12 -Vicenza