Oggi, 12 settembre, Leonard Peltier compie 75 anni: da oltre 43 anni è rinchiuso in carcere per prove falsificate

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Leonard Peltier, Il
Il "nativo" Usa Leonard Peltier: lotterò ancora un po' ... per sempre

Leonard Peltier è un attivista nativo-americano che da oltre 43 anni è rinchiuso in carcere per l’uccisione di due agenti FBI, dopo un processo indegno, un’accusa che si basava su prove falsificate, testimoni che poi hanno smentito quanto avevano testimoniato, una giuria composta da solo bianchi in una città riconosciuta come razzista nei confronti degli indiani d’America. Nel corso della sua lunghissima detenzione (che continua ancora oggi) le nuove prove che lo scagionavano non sono state prese in considerazione e non gli è stato concesso un processo di appello. L’accanimento contro Leonard ha l’unico scopo di tacitare e rendere innocuo una persona integra che continua, nonostante tutto, a lottare per i diritti del suo popolo.

Si parla tanto di “regimi dittatoriali” che incarcerano i dissidenti, di repressione in Venezuela … ma, mentre il golpista venezuelano Guaidó è ancora a piede libero, mentre il leader della “protesta di Hong Kong” (doverosamente virgolettato in quanto è abbastanza chiaro che questa protesta violenta non è certo spontanea ma è fomentata e diretta dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali) è libero di dire quello che vuole e viaggiare per il mondo, Leonard Peltier è costretto in carcere da oltre 43 anni perché è colpevole di essere un indiano d’America che lotta per i diritti del suo popolo.

Leonard Peltier è il prigioniero politico che da più tempo è detenuto. A lui anche Obama (il premio Nobel per la Pace preventivo) ha negato la libertà con la motivazione che, siccome si era dichiarato innocente  dei reati per i quali fu condannato e non voleva riconoscere la sua colpevolezza, non si poteva concedergli la grazia. Imbarazzante e inqualificabile.

Leonard Peltier è un Uomo che ha affrontato e affronta le ingiustizie a testa alta, senza sottomettersi e senza derogare alla sua integrità.

Oggi è giusto fargli gli auguri per fargli sentire, almeno simbolicamente, la vicinanza di tutte quelle persone che non vogliono dimenticare e che non sono indifferenti di fronte alle ingiustizie di un sistema spaventoso.

I servi del potere hanno tentato di fiaccarlo in ogni maniera e non hanno potuto, perché Leonard Peltier è, nonostante tutto, un Uomo Libero.

Noi tutti dobbiamo essere coscienti che la prigionia di Leonard ci rende tutti meno liberi.

La libertà fisica di Leonard Peltier è un suo diritto. E’ un nostro diritto.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.