ll sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha presenziato questa sera al Teatro La Fenice di Venezia alla cerimonia di premiazione del vincitore della 57. edizione del Premio Campiello, condotta quest’anno da Andrea Delogu. Numerose le autorità intervenute alla serata, tra cui il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas, il soprintendente del Teatro La Fenice, Fortunato Ortombina.
Nel corso della cerimonia si è svolto lo spoglio delle schede della Giuria dei Trecento Lettori anonimi, che con il loro voto hanno decretato il vincitore. Cinque i finalisti in gara, Giulio Cavalli, con “Carnaio” (Fandango Libri), Paolo Colagrande, con “La vita dispari” (Einaudi), Laura Pariani con “Il gioco di Santa Oca” (La nave di Teseo), con Francesco Pecoraro “Lo stradone” (Ponte alle Grazie), Andrea Tarabbia con “Madrigale senza suono” (Bollati Boringhieri).
Nel ringraziare gli imprenditori veneti che “nel periodo del boom economico avevano capito come la cultura fosse fondamentale per il territorio, creando l’avvenimento che noi oggi celebriamo, il Campiello 2019, il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha ricordato una frase dello scrittore Umberto Eco: ‘chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni perché la letteratura è un’immortalità all’indietro’.
“Questo premio – ha aggiunto a margine della cerimonia il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – è la dimostrazione di come la cultura sia difesa dalle imprese. Questo è un premio fortemente voluto dagli industriali, da sempre, e siamo molto orgogliosi di ospitarlo a Venezia”.
Dopo la presentazione dei singoli autori e dei loro volumi, la serata è proseguita con la consegna dei riconoscimenti al vincitore della 24. edizione di Campiello giovani a Matteo Porru per il racconto “Talismani” e la nuova menzione speciale del Gruppo Giovani di Confindustria a Federica Russo per il miglior racconto che ha trattato il tema della cultura di impresa dal titolo “Consigli di una saggio tra passato e futuro”. E ancora, l’Opera Prima, assegnata a Marco Lupo per il romanzo Hamburg (Il Saggiatore) e il Premio Fondazione Il Campiello, il riconoscimento alla carriera attribuito quest’anno a Isabella Bossi Fedrigotti. E’ stato inoltre premiato il vincitore del Campiello per San Patrignano: il vincitore scelto dalla Giuria dei Letterati del Premio Campiello, guidata quest’anno dal magistrato Carlo Nordio, è Kidane Grianti.
Vincitore del Premio Campiello 2019 è stato infine proclamato Andrea Tarabbia con 73 voti, con ‘Madrigale senza suono’. Al secondo posto Giulio Cavalli, con 60 voti; terzo, Paolo Colagrande con 54 voti; quarta Laura Pariani con 52 voti; quinto Francesco Pecoraro con 38 voti.
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Andrea Tarabbia è nato a Saronno nel 1978. Ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi La calligrafia come arte della guerra (2010), Il demone a Beslan (2011), Il giardino delle mosche (2015; Premio Selezione Campiello 2016 e Premio Manzoni Romanzo Storico 2016) e il saggio narrativo Il peso del legno (2018). Nel 2012 ha curato e tradotto Diavoleide di Michail Bulgakov. Madrigale senza suono è il suo primo romanzo per Bollati Boringhieri. Vive a Bologna.