Repubblica difende i suoi collaboratori “minacciati” a Pontida, Langella: qualcuno dei “famosi” giornalisti ha dato solidarietà a VicenzaPiù?

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Repubblica tutela, solo, i suoi collaboratori
Repubblica tutela, solo, i suoi collaboratori

Dopo l’aggressione fisica a Antonio Nasso e gli insulti antisemiti all’indirizzo di Gad Lerner, entrambi collaboratori di Repubblica, fatti avvenuti nel raduno di Pontida davanti a Matteo Salvini che non solo non si è scusato ma, scrive il quotidiano, «si è permesso, anzi, una battuta sui “provocatori” che osano calpestare il prato della Lega», il giornale fondato da Eugenio Scalfari a difesa di chi ha l’unica colpa di «ostinarsi a informare» aggiunge: «Il problema, non di Repubblica ma del Paese, è che fare con rigore il giornalista ormai è diventato un rischio. Una realtà, riflettano le istituzioni e i capi politici (sì, anche Salvini), che una democrazia dovrebbe scongiurare».

Giusto quello che si scrive, ma una cosa sarebbe da chiedere alla “grande” informazione. Loro chiedono solidarietà, denunciano la “normalità” degli attacchi ai giornalisti ecc. Ma la solidarietà loro la danno a quei giornalisti che vengono vessati da denunce e devono affrontare processi costosi in termini di tempo, di stress e di denaro?

Non mi sembra che qualcuno dei “famosi” giornalisti (magari di quelli che vengono insultati ai raduni leghisti o dai fascisti di ogni risma) ti abbia dato solidarietà, caro direttore, o, almeno, abbia dato un certo risalto a quello che ti sta succedendo. Anche questa indifferenza è la “normalità” di un paese che si sta avviando (ha già cominciato da tempo a percorrere questa strada) allo sfacelo democratico.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.