Questa volta Bibbiano non c’entra, Greta è lombarda. Si rincorrono le specifiche e le giustificazioni post Pontida, ma a differenza dei titoli o dei flash delle agenzie che hanno riempito le cronache degli ultimi giorni, la bambina salita sul palco alla fine del comizio leghista non è una di quelli su cui sta indagando la Procura di Reggio Emilia. Sono quasi le due del pomeriggio quando Matteo Salvini chiude il suo intervento a Pontida: con lui sul palco salgono dei bambini accompagnati dai rispettivi genitori e uno striscione con la scritta #bambinistrappati.
“Tra questi bimbi c’è anche Greta, questa splendida ragazza dai capelli rossi che dopo un anno è stata restituita alla mamma, mai più bambini rubati alle loro famiglie” urla tra gli applausi Salvini.
Subito tra il pubblico si diffonde la voce che sia una dei minorenni coinvolti nell’inchiesta “Angeli e Demoni”. I giornalisti più attenti chiedono all’entourage leghista, che conferma senza dubbi “sì, sì è di Bibbiano, l’hanno detto dal palco, non avete sentito?”.
La combinazione è esplosiva. Parte il coro di critiche, tra cui spicca Carlo Calenda. “Che gente siete voi della Lega per usare bambini su un palco? Ma i cosiddetti moderati della Lega”, dice rivolgendosi a Massimo Garavaglia, Luca Zaia e Giancarlo Giorgetti, “non hanno nulla da dire su questo sconcio e sugli insulti a Gad Lerner. Tutti a testa china davanti a questo schifo? Siete senza onore”.
Per la verità il leader leghista la cittadina reggiana (almeno in questa occasione) non la nomina mai. Lo fa però il suo account ufficiale con un tweet ad hoc pressoché in contemporanea: “Tra i bambini sul palco c’è Greta, una bimba restituita alla mamma un anno dopo. #BIBBIANO”. Il riferimento pare chiaro, lampante: l’ambito in cui collocare la storia è quella degli affidi illeciti.
Non è così. Greta e sua madre Sara vivono in Lombardia e sono tornate sotto lo stesso tetto dopo più di un anno lontane in cui la piccola è stata in diverse comunità, vivendo esperienze, secondo i familiari, traumatiche. Una storia tragica e delicata, ma che con i meccanismi di Bibbiano ha poco a che fare: nell’ipotesi dell’accusa amministratori, assistenti sociali, famiglie affidatarie e terapeuti agivano all’unisono per incassare più soldi.
Per la madre di Greta, fondatrice del movimento #bambinistrappati non c’è stata nessuna strumentalizzazione, come spiega insieme a Maricetta Tirrito che con lei gestisce il movimento: “Se usi l’hashtag #Bibbiano la tua storia arriva a molta più gente, qual è il problema se lo usiamo? Solo in Emilia come movimento #bambinistrappati seguiamo più di 150 casi, #Bibbiano ci serve per raccontarli”.
Le due donne appaiono particolarmente stupite dall’attenzione loro tributata e annunciano querele, anche contro Selvaggia Lucarelli che ne ha scritto in un post. Strumentalizzazione o meno, di certo quello che è tornato al centro delle cronache è ancora una volta l’ex ministro Salvini che a colpi di tweet, insieme a Lucia Borgonzoni candidata alla guida dell’Emilia Romagna, ha riconquistato l’attenzione mediatica. “Ringrazio questa mamma e la bimba che hanno avuto coraggio, Greta è una delle tante, troppo bambine portate via. Chi se ne frega delle critiche, non una ma cinquanta bambini”.
Ieri a Bologna intanto c’è stata l’udienza per discutere della revoca dei domiciliari dell’ex sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, ma il Riesame si è riservato.