Può un ex deputato di Rifondazione Comunista votare una mozione (clicca qui, ndr) del parlamento europeo che equipara il comunismo al nazismo? Certo che può, se si chiama Giuliano Pisapia. E se la memoria di un paese, il nostro, è quella di un criceto, tutto passa in cavalleria. Per la verità, qualcuno se ne è accorto.
Sull’ex sindaco di Milano – e sui votanti di questa mozione ‘revisionista’, tra i quali molti eurodeputati eletti nei dem come lui (come Alessandra Moretti ma nessun europarlamentare del M5S, ndr) – sono piovuti gli strali di chi continua a custodire il simbolo e i valori di sinistra del Prc.
Il segretario della Federazione di Milano Matteo Prencipe ha rivolto a Pisapia parole durissime: “Leggo con tristezza del tuo voto a una riscrittura ignobile della storia, che ti rende solo uguale ai tanti trasformisti di oggi”. Pisapia è in buona compagnia. Tra chi ha approvato la mozione ci sono Calenda, Bonafè, Picierno, Bartolo e altri provenienti dalle liste Pd. Tra i quali Andrea Cozzolino: nel 1989 Nanni Moretti lo filmò in ‘La Cosa’, il documentario che raccontò dall’interno delle sezioni la travagliata trasformazione del Pci in Pds. Cozzolino intervenne a San Giovanni a Teduccio (Napoli) accennando all’aprirsi di “un grande orizzonte”. E lo chiamò “bisogno di comunismo”. Sono passati 30 anni, non ce n’è più bisogno.
Marco Lillo (Il Fatto Quotidiano)