Popolo curdo, “Da adesso in poi Vicenza”: “Sgomento e indignazione, non abbondiamolo!”

235
Popolo curdo
Popolo curdo

L’associazione civica Da adesso in poi segue con sgomento e indignazione, scrive nella nota che pubblichiamo, le vicende che stanno interessando il popolo curdo nel Nordest della Siria, in queste ore oggetto di un’offensiva armata dell’esercito turco ideologicamente e umanamente ingiustificabile, incoraggiata dal Presidente statunitense Donald Trump dopo l’annuncio di ritiro dei soldati americani dalla regione.

Dal 2013 a oggi i curdi siriani sono impegnati a difendere le città del nord dagli attacchi dell’ISIS e a recuperare i territori che erano finiti sotto il controllo dello Stato Islamico in buona parte della Siria. Hanno combattuto in maniera efficace come unica forza di terra all’interno di una coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, e la presenza delle loro milizie continua a essere considerata ancora oggi preziosa per evitare un eventuale ritorno dell’ISIS.

Pur essendo un’associazione locale abbiamo a cuore il destino dei nostri fratelli siriani e dei popoli che subiscono le violenze della guerra e della sopraffazione: solo qualche mese fa abbiamo presentato, insieme ai volontari vicentini, una mozione per chiedere che il nostro Comune intervenga per chiedere la creazione di una zona umanitaria protetta in Siria, proponendo anche una visita ufficiale in qualità di amministratori vicentini.

Ora, con questo nuovo e immotivato conflitto, le condizioni del popolo siriano, già vittima di anni di guerra, andranno a peggiorare, aumentando di decine di migliaia il numero di civili in fuga dalle zone di combattimento.

La pace e la non violenza sono valori fondamentali dello Statuto del nostro Comune (Articolo 2) e la concordia e la cooperazione sono anche metodo e valore fondante della nostra associazione civica.

In questo delicato momento, ci sentiamo di solidarizzare senza mezze misure con i fratelli curdi e siriani, portavoce positivi di ideologie egualitarie e progressiste.

Da europei non possiamo accettare il ricatto del Presidente Erdogan: “non ci ostacolate o vi invieremo milioni di profughi”. Basta con le aggressioni, basta giocare con le persone.

Siamo consapevoli che l’Europa e le nostre comunità hanno una grande responsabilità nella crescita del potere di Erdogan in Medioriente. A maggior ragione si metta fine a questa follia e si tuteli il popolo curdo, per lungo tempo rimasto solo a combattere seriamente l’Isis, armato da americani ed europei.

Non abbandoniamoli!