Anche se la bollatura e vidimazione del libro giornale e del libro degli inventari presso il registro imprese o presso notaio è ora facoltativa, ferma restando l’obbligatorietà della loro numerazione progressiva e l’assolvimento dell’imposta di bollo prima di essere messi in uso, per i libri sociali delle società di capitali resta l’obbligo della bollatura iniziale presso il Registro delle Imprese o presso un notaio. Per le socità di capitale gli importi dovuti sono di ? 309,87 se il capitale sociale è inferiore o uguale a euro 516.456,90 o di ? 516,46 se il capitale sociale è superiore a euro 516.456,90. Come si paga?
Le società già esistenti devono effettuare il pagamento col modello F24 codice tributo 7085, mentre le società di nuova costituzione il pagamento tipo va effettuato tramite un bollettivo di c/c postale (conto n. 6007) intestato a Agenzia delle Entrate con causale “bollatura e numerazioni libri sociali”.
E qui arriva via Poste Italiane (da Telese Terme in provincia di Benevento e con la rassicurante stampigliatura sulla busta “Servizio imprese“) un bollettino postale indirizzato alla società neo costituite, pochi giorni dopo la loro registrazione presso la locale Camera di Commercio, e precompilato non con l’importo di 309.87 euro dovuto alla CCIIA ma con quello, con i soli decimali invertiti, di 309.78 euro, per la verità molto simile mnemonicamente, rispetto alle indicazioni ricevute dal commercialsita di fiducia, alla cifra che si sa di dover pagare.
Leggendo, con attenzione, fin dall’inizio il bollettino giratoci da un nostro lettore vicentino, che lo ha ricevuto pochi giorni dopo aver costituito una srl, si scopre che “A tutti gli iscritti a CCIAA Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura si propone l’adesione aIIa nostra piattaforma per usufruire di tutti i suoi vantaggi, totaImente detraibiIi ai fini fiscaIi” e poi che “l’accettazione deIIa nostra proposta e I’utiIizzo deIIa nostra piattaforma www.elencoimpreseitaliane.com, ha finaIità escIusivamente commerciaIe e non sostituisce in aIcun modo gIi adempimenti imposti dalIo Stato ltaliano e/o dalla Pubblica Amministrazione“.
Una truffa? Tecnicamente no, visto che le indicazioni di differenziazione rispetto agi obblighi di legge ci sono anche se viene da sorridere (a dir poco) sull’avvertenza che l’iscrizione alla piattaforma “non sostituisce in aIcun modo gIi adempimenti imposti dalIo Stato ltaliano e/o dalla Pubblica Amministrazione“.
E come potrebbe essere altrimenti visto che l’adesione proposta e il versamento da effettuare sono a favore di Imprendo Italia “espressamente autorizzata” da “Imprendo Ltd una società maItese con sede a Tower Business Centre, Swatar“?
Beh, se proprio vi è chiaro a cosa (e a chi) servono, in aggiunta ai 309.87 da versare, quelli sì, obbligatoriamente alla CCIIA, i vostri 309.78 euro (qui il pdf del bollettino) con annessa mirabolante proposta), sappiate che non sareste i primi ad aderire a questa ben congegnata proposta, probabilmente inattaccabile legalmente perchè spiega, a chi la leggesse con attenzione però, a cosa servirebbero i vostri quattrini: sul sito della Imprendo Italia che invia i suoi bollettini da Benevento su delega della maltese Imprendo Ltd appare, ora mentre scrivamo perchè il contatore cresce ad ogni dì, che sarebbero ben 679.388 le aziende ad aver pagato almeno i 309.78 euro per le società neocostituite (per un totale di 210 milioni di euro e passa).
Non sareste, quindi, i primi a far parte di questa miracolosa (per chi?) piattaforma il cui obiettivo, leggiamo sempre dall’allettante proposta “è di agevolare lo sviluppo delle imprese ltaliane in modo estremamente semplice disponendo di un importante lancio pubblicitario al fine di promuovere le sua attività e fare buoni affari“.
È indubbio che tra i buoni affari c’è quello beneventano-maltese della Imprendo Italia che è, tra l’altro, una Società a responsabilità limitata semplificata, e che di sicuro è, almeno lei, una delle start up a cui essa stessa si rivolge per incrementare il, proprio, business, avendo incassato, leggendo il sito che “promuove gli affari”, i suddetti oltre 210 milioni di euro offrendo, come promette, una “immediata visibiIità nazionale, non solo per le aziende presenti sulla piattaforma, ma anche tra le migliaia di utenti della rete“.
Avete ancora dubbi sulla “trasparenza” (a Pasquetta usiamo termini da agnelli pasquali) della proposta?
Ebbene sappiate, leggiamo sempre dal sito, che a fronte delle ben 679388 “aziende registrate” le visite di chi accorre a leggere quel sito promozionale per farvi fare affari sono… solo 251.880: neanche i registrati si leggerebbero.
Ieri, quando abbiamo letto la rutilante proposta, era il 1° aprile, giorno da “pesce d’aprile”.
Domani è il 3 aprile, gli uffici postali sono aperti ma speriamo che non siano attrezzati, dopo il business fatto anche da Poste Italiane che ha accettato di spedire questi bollettini, per accogliere i pesci che abboccano e che, poi, per eventualmente tutelarsi, con scarse probabilità di successo, dovrebbero rivolgersi al Tribunale competente, che, ci informa il “legalissimo” bollettino, è quello di Malta, isola poco accogliente con i profughi ma molto ospitale con gli eventuali allocchi italiani.