Israele: Pasqua sotto le armi

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Facile dire “io non ne condivido la violenza” (quella israeliana, ovvio), ma io mi domando “cosa farebbero al confine del Brennero se 20.000 musulmani volessero invadere l’Italia”? Ieri, giorno d’inizio della Pasqua ebraica (Pesach) c’è stata un’escalation dell’assalto a Israele, iniziato una settimana fa (ammesso che sia un nuovo inizio e non una continuazione del pregresso) e rimasto invisibile per alcuni giorni agli occhi della stampa internazionale, perché quando a sparare i missili contro Israele sono i palestinesi, i giornalisti non se ne accorgono.

 

Le manifestazioni sono in corso da giorni, ma si stanno rafforzando sotto la festività di Pasqua che per l’ebraismo è cominciata ieri sera con la vigilia e si protrarrà per otto giorni per gli ebrei della diaspora (sette in Israele). È la festività religiosa che rievoca l’esodo dall’Egitto, la miracolosa traversata del mar Rosso, la fine della schiavitù (ma quando mai?!) e la conquista di una sofferta libertà sotto la guida di Mosè e Aron. Si usa festeggiare Pesach tutti attorno a un tavolo, il Seder che unisce; per i soldati solo qualche matzot e con il pane azzimo ci sarà anche il mitra, non più un UZI della mia generazione, ma un più moderno TAR 21 in tutte le sue varianti, molto facile da montare e smontare perché è un’arma composta di soli due sottoinsiemi. Per quanto sia essa moderna non garantisce né la vita del soldato, né la vita dell’invasore.

Ci sono molti morti e molti feriti e la morte è sempre morte e non rende felice né una parte, né l’altra. Hamas ha incitato una folla di 20.000 persone a invadere Israele e Hamas è la sola organizzazione colpevole di queste morti. Se una folla di questa portata cercasse di scavalcare un qualsiasi confine di un qualsiasi paese europeo, cosa succederebbe?

Smettiamola di pensare in maniera poco storica e reale con questa storia del “ritorno dei profughi palestinesi“. Se ne sono andati in circa 700 e ora vogliono tornare a migliaia, perché i profughi palestinesi, a differenza di altri profughi, restano profughi, anche se nascono in un paese straniero e ne acquisiscono la cittadinanza.

Si svegli il mondo! Nel mondo civile si manifesta con i cartelli e gli slogan (qui un video della manifestazione “pacifica” dei palestinesi” girata dall’Esecito israeliano, ndr), nel mondo di Hamas con il partenariato Isis si manifesta cercando di sfondare i confini, meglio se ci sono bambini in testa al corteo che fanno da scudi. Io non credo che i 20.000 che cercano di entrare in Israele siano proprio pacifisti e vogliano sfilare per la pace…

I soldati israeliani sparano? Difendono la loro Terra e la loro gente. Del resto era previsto, ci sono state prove di fuoco in questi giorni, allarmi “preventivi”, esercitazioni in caso di aggressione. Questa manifestazione è anche contro lo spostamento dell’Ambasciata Americana da Tel Aviv a Gerusalemme, guarda caso probabilmente si protrarrà fino al 15 maggio… giorno in cui s’inaugura la nuova Ambasciata.

Adesso che hanno cominciato chiedono l’intervento dell’Europa? Perché allora hanno cominciato da soli? Del resto fanno bene a piangere su mamma Europa che li ha sempre iper protetti fino a far morire i propri figli per mano islamista. Presto insorgeranno i pacifisti e pacifinti a sostegno, i contabili delle partite doppie della morte, gli stessi contabili che hanno chiuso un occhio, mille occhi di fronte alle 350.000 morti siriane. Gli stessi che hanno chiuso gli occhi di fronte alle donne siriane, irachene, cristiane, iazide e curde stuprate e costrette a prostituirsi per la goduria dei miliziani dell’Isis, quelle donne che, se sopravvissute, sono state poi anche costrette all’imenoplastica semplice o complessa, con tutte le drammatiche conseguenze umane.

Pacifisti e simili ripeterò queste parole fino alla mia morte, perché il vostro modo di profondere pacifismo è iniquo! Il portavoce arabo delle Forze di difesa israeliane (perché nell’esercito israeliano ci sono anche gli arabi), colonnello Avichay Adraee, ha scritto su Twitter ai residenti di Gaza che Hamas sta approfittando di loro mandandoli al confine dove si stanno “mettendo in pericolo“. Fonti palestinesi riferiscono che almeno sette persone sono state uccise e oltre mille feriti in scontri lungo la linea di demarcazione. “Hamas ti sta usando e distrae la tua attenzione dalla sua responsabilità di prendersi cura di te e governare la Striscia di Gaza. Hamas ti sta sacrificando per andare avanti con inutili ordini del giorno e spreca milioni invece di investire nel tuo benessere“, ha scritto Adraee. “Non lasciare che Hamas ti usi! Non metterti in pericolo per niente. Ti meriti un futuro migliore di quello che Hamas ha programmato! Ti meriti più di una realtà di violenza, incitamento e terrorismo“, ha aggiunto l’ufficiale. (Agenzia Nova, 30 marzo 2018).

Non mi sorprenderei se fra qualche giorno venisse fuori che questa manifestazione promossa dai palestinesi è stata sovvenzionata con 10 milioni di euro da Hamas e Plo & partner (Plo sta per Olp, Organizzazione per la liberazione della Palestina, Palestine Liberation Organization, ndr). Del resto si prenda atto che il settimo punto dello statuto di Hamas dice: “Non esiste soluzione al conflitto Arabo – Israeliano se non nella Jihad Islamica“.

Io non riesco a capire perché il cosiddetto popolo civile non spenda mai una parola sui bambini e civili utilizzati come scudi umani che scandiscono diktat imposti dai vari regimi. Israele ha il diritto e il dovere di proteggere i suoi confini e i suoi cittadini di qualsiasi religione dal terrorismo.