Anniversario referendum autonomia, tutte le reazioni politiche da destra a sinistra

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Consiglio regionale

Berlato (FDI-MCR): “Secondo anniversario dal referendum sull’autonomia: finora il risultato equivale alla radice quadrata di zero”

“In qualità di Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia per il Veneto ho portato tutto il Partito a votare a favore del referendum sull’autonomia del Veneto, che è stato celebrato il 22 ottobre 2017 con un esito quasi plebiscitario, credendo alle rassicurazioni che ci erano state fornite dai promotori dell’iniziativa referendaria”. Queste le parole, affidate a una nota, del Consigliere regionale Antonio Berlato (Fratelli d’Italia-MCR) che aggiunge: “Ricordiamo che il quesito referendario non chiedeva secessione o indipendenza per il Veneto, ma solo maggiori forme di autonomia nel rispetto della Costituzione e nel rispetto di quel Valore per noi indiscutibile che è l’Unità nazionale. A distanza di due anni da quella che pensavamo fosse una data storica per il Veneto, il risultato ottenuto sull’autonomia equivale, purtroppo, alla radice quadrata di zero. Prendiamo atto con sommo rammarico di questa totale assenza di risultati in termini di autonomia per il Veneto, nonostante si siano succeduti da quella data alcuni governi tra i quali uno da altri asserito come “amico”. Ci auguriamo che la grande aspettativa che nutrono i Veneti nei confronti dell’ambita autonomia non si riveli come una gigantesca presa in giro nei confronti di chi ci ha creduto e di chi, come noi, nonostante tutto ancora continua a crederci. Daremo fondo a ciò che rimane della nostra proverbiale pazienza, nella speranza di vedere realizzato il sogno nostro che equivale a quello di milioni di cittadini veneti”.

“Se la strategia ha portato sinora a questi deludenti risultati – conclude Berlato – forse sarà il caso di valutare se non sia opportuno cambiare tattica. Il nostro impegno rimane e, come Fratelli d’Italia, continuiamo a combattere per il Veneto e per i Veneti, nel rispetto della Costituzione italiana e nella salvaguardia del Valore dell’Unità nazionale”.

Gruppo Centro Destra Veneto: “Basta giochetti e ritardi: la pazienza dei Veneti sta finendo”

“C’eravamo anche noi oggi, prima a palazzo Balbi e poi sul Ponte di Rialto, per ribadire che la lotta per l’autonomia continua e per dare pieno appoggio al Governatore Zaia ad una battaglia che da 730 giorni stiamo combattendo contro un governo centrale sordo, che si sta prendendo gioco dei Veneti. È il momento di reagire, passando dalle parole ai fatti”. Sono le parole contenute nella nota diffusa dai Consiglieri regionali Stefano Casali, Andrea Bassi e Fabiano Barbisan di Centro Destra Veneto – Autonomia e Libertà, che spiegano: “A due anni dal voto del Referendum non permetteremo che Roma faccia calare il sipario sulla Costituzione e sul voto dei Veneti”.

“Pacifici, ma inflessibili – ricordano i Consiglieri – adotteremo ogni iniziativa politica perché il prima possibile cessi l’ostruzionismo romano e si concretizzi un diritto costituzionalmente garantito che è quello dell’autonomia”.

“Nelle prossime settimane come Gruppo consiliare – concludono Casali, Bassi e Barbisan – proporremmo iniziative gandhiane nel solco del contenuto del voto referendario del 2017. Fino al raggiungimento del risultato non ci fermeremo, mai”.

Gruppo M5S: “Zaia risponde ancora con chiacchiere ai veneti che non gli credono più”.

“Zaia scambia i social per il Consiglio regionale. Peccato che i rappresentati dei veneti siedano in Consiglio, chiamati a elaborare e ad approvare le norme. Perché stamattina, invece di trasmettere una diretta social con i suoi assessori schierati come belle statuine, non è venuto in Consiglio a parlare di autonomia?”. Così in una nota i Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle che aggiungono: “Sarebbe stata una bella sorpresa, visto che da quando è stato firmato il primo preaccordo, non si è mai degnato di venire confrontarsi su questo tema. Ricordiamo a Zaia che l’autonomia non è una cosa delle Lega, ma di tutti i veneti, visto che il referendum è stato votato da elettori di ogni schieramento politico: proprio per questo, lo invitiamo ancora una volta a dire la verità. Cioè che in quattordici mesi di Governo nazionale, era il suo “capo” Salvini ad essere sempre presente solo nelle piazze del sud a rassicurare che l’autonomia non sarebbe stata un problema per il meridione. Dica anche che – lo ha affermato il ministro Boccia, proprio dopo il loro incontro – alla bozza dell’ex ministro Stefani era stata sollevata una trentina di rilievi, non dai “cattivi 5 Stelle”, ma dai ministri leghisti Centinaio, Bussetti, Giorgetti. Potrebbe anche dire che l’autonomia sulla stragrande maggioranza dei temi proposti poteva già essere ottenuta, ma si è preferito fare i “servi” della propaganda di Salvini, che dare ai venti quel che chiedono da tanto tempo”.

“Capiamo però che Zaia abbia al momento un’altra urgenza – continuano – cercare di tenere buoni proprio i veneti, che ormai non gli credono più. L’hanno dimostrato sabato scorso, affollando a Padova il convegno di fondazione del Partito degli Autonomisti al quale noi siamo stati presenti e invitati a intervenire, oggi manifestando in laguna, ma perfino commentando la sua stessa diretta social. Abituato a ricevere solo complimenti dai militanti leghisti, chissà che effetto gli avranno fatto frasi come “A Roma in piazza l’altro giorno hai fatto la copia di Salvini parlando solo di manganelli e non facendo mai la parola Autonomia” o “Era meglio mezzo accordo, sempre modificabile, che il nulla assoluto”. Forse gli sarebbe convenuto venire in Consiglio. Noi del Movimento 5 Stelle, ripetiamo quello che abbiamo sempre detto: autonomia subito sulle materie già concordate. A due anni esatti dal referendum non c’è spazio per le chiacchiere, la propaganda e le dirette social. Zaia tratti i veneti da quel che sono: gente seria che vuole quel cui ha diritto”.

Fracasso (PD): “Zaia minaccia l’autonomia ‘fai da te’. Scelta perfetta per andare allo scontro con Governo e Parlamento senza arrivare ad alcun risultato”

“Adesso siamo all’autonomia ‘fai da te’, una proposta tanto originale quanto sconclusionata. Se questa è la strategia di Zaia, evidentemente il Governatore non vuole pervenire ad alcun risultato ma solo alzare il livello di scontro con il Governo e il Parlamento”.

Con queste parole, il Capogruppo a palazzo Ferro Fini del Partito Democratico, Stefano Fracasso, commenta “la ‘minaccia’ del Presidente della Regione di ‘smontare’ l’intesa e portare in Consiglio Regionale singoli Progetti di Legge su ognuna delle 23 materie per cui il Veneto chiede l’autonomia, dall’istruzione alle reti di trasporto. Una proposta, questa, annunciata oggi in occasione dei due anni dal referendum del 22 ottobre 2017”.

“Siamo davvero curiosi di vedere se, e come, con una Legge del Consiglio Regionale, il Governatore riuscirà a trasferire 70 mila dipendenti della scuola, che sono statali – puntualizza l’esponente Dem – Non ci risulta che i Contratti di Lavoro Nazionali possano essere regolati da una Legge Regionale, né che le normative regionali possano modificare le Concessioni sulle Autostrade”.

“Zaia continua a fare propaganda, anziché lavorare per raggiungere il traguardo – conclude Stefano Fracasso – Se l’obiettivo è far lavorare gli avvocati e i giudici della Corte Costituzionale, il Governatore sta imboccando la strada giusta; per arrivare all’autonomia, invece, la direzione è quella opposta”.

Guadagnini (Siamo Veneto): “A due anni dal referendum per l’autonomia, possiamo dire che i Veneti sono stati traditi”

“Oggi ricorre il secondo anniversario del voto sul referendum per l’autonomia. Sul piano dei risultati due anni passati invano. È del tutto evidente che il voto dei Veneti è stato tradito. E del tutto evidente che anche questa volta, il Veneto è stato trattato a pesci in faccia. E non c’è da meravigliarsi. Purtroppo tutte le iniziative autonomiste partire dal Veneto hanno sortito lo stesso risultato. Un completo fallimento”. Così in una nota il presidente del gruppo consiliare regionale “Siamo Veneto”, Antonio Guadagnini. “E la ragione è piuttosto evidente – continua Guadagnini –  partiti che pescano voti su tutto il territorio nazionale non possono perorare la causa del Veneto: lo pagherebbero in termini di voti. E allora, tali partiti non possono andare al di là degli auspici e delle buone intenzioni. La storia parla. Per fare una vera battaglia volta ad ottenere porzioni di autogoverno sempre maggiori, bisogna cambiare il soggetto agente. Non più partiti nazionali, ma un partito territoriale. Un partito che raccogliendo voti solo in Veneto è obbligato a difendere le istanze del Veneto. Il modello di riferimento potrebbe essere quello della SVP, il partito autonomista del sud Tirolo. Tale partito è riuscito a dare autonomia vera al proprio territorio. E allora perché non copiare questa ottima pratica sud tirolese? Io credo che non ci sia alternativa – conclude Guadagnini –  Se la prossima volta vogliamo vincere la battaglia e dare risposte concrete alla nostra terra, dobbiamo dotarci del soggetto adeguato alla battaglia.  Il partito dei veneti rispondere a questa esigenza”.

Riccardo Barbisan (LN): “Pd e M5s hanno bloccato la riforma con accuse vuote e ripetute. Ci auguriamo che la trattativa proceda e non si arrivi a un ulteriore rinvio”

“Sono passati ormai due anni da quel 22 ottobre 2017 in cui oltre 2 milioni di elettori veneti hanno votato a favore dell’autonomia della nostra Regione. Due anni in cui si sono succeduti tre governi che hanno cercato, ognuno a suo modo, di bloccare la riforma. Una riforma, ricordiamo, che nonostante quanto affermino i suoi detrattori del Pd e del M5s, è un nostro diritto riconosciuto dalla Costituzione. Ora le trattative sembrano essere ripartite, ma avvertiamo il nuovo ministro per gli Affari Regionali: siamo stanchi di essere presi in giro”. Così Riccardo Barbisan, Vicepresidente del gruppo consiliare Lega a palazzo Ferro-Fini, ricorda il secondo anniversario del referendum sull’autonomia del Veneto.

“Ci hanno detto che vogliamo spaccare l’Italia, che vogliamo attuare una ‘secessione dei ricchi’, che siamo egoisti e vogliamo impoverire il Sud Italia – continua Barbisan – accuse trite alle quali ormai rispondiamo sempre con l’obiettività dei numeri. È un fatto che il Veneto, nonostante il taglio dei trasferimenti statali del 48% dal 2010, ha dimostrato di saper investire nel migliore dei modi le proprie finanze, fornendo servizi ai cittadini puntuali ed efficienti, al punto da essere presa come modello di riferimento in diversi settori, primo fra tutti quello della sanità. Ricordiamo che lo Stato spende in Veneto 2.816 euro per ogni abitante, contro i 4.150 euro per ogni calabrese. Ed è un fatto che alcune Regioni del meridione, proprio quelle che ora stanno protestando maggiormente alle nostre richieste, hanno dato prova di cattiva gestione dei fondi pubblici. Non ne facciamo una semplice questione economica: migliore gestione dei fondi significa migliore offerta al cittadino. Ed è proprio per poter migliorare i servizi, la sanità, l’istruzione, le infrastrutture, che dobbiamo continuare a insistere sulla via dell’autonomia. Ora si parla di una legge quadro e di un passaggio in Parlamento: speriamo che non sia solo un altro modo per perdere ulteriore tempo e far passare questa riforma nel dimenticatoio. Perché una cosa è certa – conclude Barbisan – la pazienza dei veneti sta per finire e non possiamo accettare un ulteriore rinvio”.

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