In Bertoliana si presenta in prima assoluta nazionale il libro Antonio Barolini, Diario di clandestinità

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Antonio Barolini li aveva intitolati “Scemenze”. Sono dieci preziosissimi diari redatti dall’aprile 1930 al luglio 1968, documenti fondamentali non soltanto per conoscere da vicino il mondo interiore, intellettuale e familiare dello scrittore vicentino, ma anche per rivivere le ripercussioni nazionali e locali di alcuni momenti determinanti della storia del Novecento quali la caduta del fascismo, l’instaurazione del governo Badoglio, l’armistizio dell’8 settembre 1943, la successiva occupazione tedesca e la nascita della Resistenza.

Oggi, dopo un lungo lavoro di ricerca e trascrizione curato dalle figlie Susanna e Teodolinda, Neri Pozza pubblica parte di questi in “Diario di clandestinità e altri scritti in tempo di guerra (1943-1945)”: il volume viene presentato in prima assoluta nazionale a Vicenza in Biblioteca Bertolianahttp://www.bibliotecabertoliana.it, a Palazzo Cordellina, giovedì 7 novembre alle 17.30 e va ad inaugurare una serie di incontri che Bertoliana e Casa editrice intendono realizzare per la presentazione di libri che abbiano attinenza che il patrimonio della biblioteca e con le iniziative culturali previste in città.

A presentare il “Diario”, assieme a Susanna Barolini, secondogenita di Antonio ed Helen Mollica, saranno presenti Francesco Jori, noto giornalista e scrittore, e Giuseppe Russo, direttore editoriale di Neri Pozza. Per l’occasione, Piergiorgio Piccoli, Aristide Genovese e altre voci di Theama Teatro proporranno una pièce teatrale con letture tratte dai Diari e dalla lettere di Barolini: “Una Voce dall’esilio”.

Antonio Barolini (1910-1971) fu scrittore dotato di una vena calda e originale, giornalista per lungo tempo corrispondente dagli Stati Uniti per il quotidiano “La Stampa”, collaboratore della RAI, amico di personaggi di primo piano del mondo della cultura, dell’editoria, della politica e della religione. L’Assessore alla Cultura Simona Siotto sottolinea il coraggioso rapporto tra Barolini, la sua città e la Bertoliana: «Giornalista coraggioso, Antonio Barolini è stato intimamente legato alla storia culturale della nostra città. Poeta, prosatore, scrittore, riuscì a narrare le molte vicende della sua vita familiare e lavorativa sempre mantenendo un tratto di profonda umanità. Questo libro ci racconta dei momenti più difficili e tormentati della sua vicenda professionale, di un periodo tragico che ha segnato la storia di Vicenza e d’Italia e durante il quale Antonio Barolini ne è stato certamente uno dei protagonisti. Ringrazio la Biblioteca Bertoliana per l’attenzione e la sensibilità dimostrata in questi anni verso uno scrittore vicentino che con i suoi racconti ha offerto delle immagini squisite della sua arte».

La pubblicazione del volume è stata fortemente sostenuta dalla Bertoliana, che conserva i Diari e le carte di Barolini, e dalla casa editrice Neri Pozza, nata nel 1946 grazie proprio al sodalizio tra Neri Pozza e Antonio Barolini con l’originario nome di Edizioni dell’Asino volante; ripropone trascrizione e analisi dei Diari VI, VII e VIII e include gli editoriali scritti da Barolini quale direttore de Il Giornale di Vicenza durante i 45 giorni badogliani: è un piccolo gioiello di profondità storica e di meditazione filosofica, sostenuto da scrittura solida e mai patetica.

«Quanto è importante ricordare – afferma Chiara Visentin, Presidente della Biblioteca Bertoliana -, ricordare e raccontare ad una comunità che oggi più che mai si deve stringere attorno ai suoi eroi non violenti per imparare. Barolini era uno di questi. L’indole caratteriale di questo uomo che si coglie dalle letture, dagli editoriali, dal diario è fonte di continuo insegnamento. Anche il coraggio intellettuale è una modalità di eroismo, in ogni condizione storica e per ogni società. Una libertà morale a cui tutti dovremmo ambire e che dobbiamo continuare a raccontare per educare una comunità disattenta. Un passato vicino a noi che ci sembra lontanissimo e che non deve essere modello conservatore di un’età o di una civiltà storica da restaurare, ma cifra dell’interiorità di un popolo».

Il racconto si snoda dal momento della caduta di Mussolini e dalla nomina di Barolini a direttore del rinato “Il giornale di Vicenza” del 27 luglio 1943, e racconta la gestione del quotidiano, la crescente preoccupazione per le conseguenze dell’armistizio, l’occupazione tedesca di Vicenza, e la fuga di Barolini dalla città, dapprima in direzione di Praglia, quindi, di Venezia, dove lo scrittore trascorre la sua clandestinità fino al termine della guerra, ospite di amici, guidato nei suoi spostamenti da Torquato Fraccon. Per la sua direzione de Il giornale di Vicenza, Barolini viene condannato a morte dal Tribunale fascista, pena poi commutata a quindici anni di reclusione in virtù della morte del padre, avvenuta per una malattia contratta durante il servizio prestato nella marina militare durante la Prima Guerra Mondiale.

Le carte di Antonio Barolini sono state donate alla Biblioteca Bertoliana dalla moglie di Barolini, Helen Mollica, in tre momenti diversi, 1984, 1988 e 1999, con successive ulteriori donazioni di materiali nel 2005, 2010 e 2011. Queste carte hanno costituito il primo nucleo dell’Archivio Scrittori Vicentini, progetto nato nella metà degli anni ’90 e che si prefigge di raccogliere e valorizzare la documentazione dei più importanti scrittori vicentini del Novecento.

In occasione dell’incontro a Palazzo Cordellina saranno esposti alcuni diari e lettere autografe di Barolini a Neri Pozza e amici.

Biblioteca civica Bertoliana